Il Piano lanciato quasi un anno fa dal governo cinese per sostenere la crescita sta dando i suoi frutti. Dare la priorità alla tecnologia basate su chip e intelligenza artificiale per uscire dalla crisi del mercato immobiliare è stata una scelta proficua. A ribadirlo è stato il Congresso nazionale del popolo cinese che si aperto il 5 marzo che ha confermato un obiettivo di crescita del Prodotto interno lordo (PIL) del 5% per il secondo anno consecutivo. Ora bisogna fare i conti con la guerra commerciale innescata da Trump e i dazi. Cosa potrebbe cambiare?

Quali sono le prospettive di crescita

La Cina ha dimostrato una straordinaria resilienza economica, con il mercato azionario cinese in crescita di oltre il 30% rispetto a un anno fa e l’economia in ripresa. Questo slancio è sostenuto da politiche fiscali e monetarie espansive, inclusa una maggiore spesa pubblica e l’iniezione di capitali nelle principali banche del Paese.

Le riforme strutturali stanno giocando un ruolo chiave nel rilancio dell’economia cinese, con incentivi per l’innovazione tecnologica e il supporto alle imprese private. La Cina sta anche investendo nella modernizzazione della produzione industriale e nell’aumento del consumo interno attraverso politiche di sostegno al reddito delle famiglie e incentivi fiscali.

La guerra commerciale dei dazi

Nonostante i dazi del 20% imposti dagli Stati Uniti, la Cina ha saputo rispondere sia con misure strategiche volte a minimizzare gli effetti negativi, sia imponendo a sua volta dazi fino al 15% su un’ampia gamma di prodotti agricoli statunitensi, tra cui pollo, maiale, soia e manzo. In particolare:

  • Spinta sui consumi interni. L’intensificazione del consumo interno e la diversificazione delle esportazioni hanno ridotto la dipendenza dagli USA, con la quota delle esportazioni cinesi verso gli Stati Uniti scesa dal 19% del 2017 al 15% nel 2024.
  • La spinta sulla tecnologia. Il governo di Pechino ha inoltre potenziato la sua industria tecnologica, contrastando le restrizioni statunitensi sulle esportazioni di semiconduttori con investimenti massicci nel settore AI e chip domestici.

La Cina risulta quindi quasi già oltre i dazi di Trump.

Quali sono le potenzialità di investimento in azioni?

Il mercato azionario cinese si sta dimostrando sempre più attraente per gli investitori globali. Il settore tecnologico, in particolare, ha vissuto un forte rilancio grazie alla fine della stretta regolatoria e al supporto diretto del governo alle grandi aziende tech. Il lancio del modello AI DeepSeek ha rafforzato la competitività tecnologica cinese, spingendo al rialzo le azioni del settore.

In particolare, secondo l’analisi di Neuberger Berman è proprio la tecnologia cinese a rappresentare una buona occasione di investimento contrapponendo le Magnifiche 7 americane (Nvidia, Apple, Microsoft, Alphabet, Amazon, Meta Platforms e Tesla) alle Terrific Ten cinesi (tra cui Alibaba, BYD Company, Meituan, Tencent e Xiaomi) che sono ancora scambiate a valutazioni significativamente inferiori rispetto alle megacap statunitensi.

Il rinnovato ottimismo degli investitori è visibile nei dati di mercato: l’indice MSCI China è cresciuto del 34% rispetto a febbraio 2024, superando di gran lunga i principali benchmark internazionali. Settori come l’automotive elettrico, l’e-commerce e la robotica stanno beneficiando di politiche di sostegno e dell’ampio mercato interno.

IDEE DI INVESTIMENTO

Per chi desidera investire nel mercato cinese, i fondi comuni d’investimento rappresentano un’ottima alternativa. I fondi azionari specializzati, focalizzati su settori chiave come tecnologia, consumo interno e infrastrutture consentono di accedere a un portafoglio diversificato di azioni cinesi selezionate da gestori esperti, riducendo il rischio di esposizione diretta su singoli titoli. Ecco i migliori da inizio anno presenti sulla piattaforma di Online SIM:

  • BNP Paribas China Equity Classe Classic Usd Acc è un fondo azionario che investe almeno 2/3 dei del portafoglio in azioni che hanno la sede legale o esercitano una parte significativa della loro attività economica in Cina, Hong Kong e Taiwan. Partito nel 2013, rende da inizio anno il 15,61% (dati Morningstar aggiornati a marzo 2025). Tecnologia e beni industriali sono i settori più rappresentati.
  • Robeco Chinese Equities D EUR Classe D è un fondo azionario che investe nelle maggiori società cinesi quotate in borsa scegliendole fra quelle offshore (quotate su Hong Kong e negli USA) e, in misura limitata, quelle quotate sul mercato interno cinese. Partito nel 2004 rende da inizio anno il 15,32% (dati Morningstar aggiornati a marzo 2025). Tecnologia e beni di consumo e tecnologia sono i settori più rappresentati.
  • BGF China Fund -Usdc2 è un fondo azionario che investe almeno il 70% del asset totale in azioni di società domiciliate in Cina o che svolgono nel Paese la parte predominante del loro business. Partito nel 2008 rende da inizio anno il 14,78% (dati Morningstar aggiornati a marzo 2025). Finanza e beni di consumo e tecnologia sono i settori più rappresentati.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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