L’ultimo report mensile “Global Fund Manager Survey” di Bank of America (BofA) Global Research, condotto a livello globale tra i gestori di fondi, mette in evidenza che tra i timori dei grandi gestori c’è il ritorno dell’inflazione.
Nonostante questo timore i gestori di fondi sono quasi totalmente investiti, ovvero non lasciano molto spazio alla liquidità in portafoglio, perché non c’è alcuna ragione per essere ribassisti sul mercato. Accanto al timore della ripresa dell’inflazione i gestori temono che la campagna vaccinale possa avere intoppi lungo il percorso e che le banche centrali possano abbandonare la campagna di stimoli monetari condotta fin qui con l’acquisto di obbligazioni statali.
Azioni e commodity sono ai massimi nei portafogli dei gestori come non accadeva dal 2011 e la liquidità è scesa sotto il 4% nei portafogli, mai così in basso dal 2013, tanto che ci si chiede se alcuni settori così amati dai gestori come il tecnologico non siano alla vigilia di una bolla. Un rischio che per i gestori non c’è, mentre preoccupa l’impennata dei prezzi.
Per Esty Dwek, Head of Global Macro Strategy, Natixis IM Solutions, che la spesa sia destinata ad aumentare è un dato di fatto, tuttavia, con livelli di disoccupazione ancora alti e un’economia ancora debole, è poco probabile che anche una ripresa della spesa sia in grado di generare l’inflazione, soprattutto su livelli sostenuti. Secondo Dwek, è probabile che l’inflazione salga sopra il 2% nei prossimi mesi, poiché gli effetti di base nella primavera del 2020 porteranno ad un rimbalzo tecnico dell’inflazione su base transitoria, ma salirà solo quando il mercato del lavoro si restringerà. Una lenta ripresa del mercato del lavoro dovrebbe fungere da freno alle misure sull’inflazione core.
Secondo l’analisi di Alessandro Tentori, Ceo di Axa IM Italia, un aumento dell’inflazione misurata non dovrebbe destabilizzare l’attuale traiettoria di politica monetaria, ma sarebbe preoccupante un rialzo inatteso e rapido dell’inflazione misurata oltre quello già scontato dal mercato.
Per Andrea Delitala, Head of Euro Multi Asset di Pictet Asset Management, il rischio è che tutta la benzina gettata sull’economia si infiammi di colpo, quando l’eccesso di risparmio, oggi liquido, si potrà riversare su nuovi acquisti per consumi ed investimenti.
IDEE DI INVESTIMENTO
I ritardi nelle vaccinazioni, le interruzioni logistiche alle consegne dei vaccini e le preoccupazioni per le nuove varianti suggeriscono che l’economia globale non ripartirà contemporaneamente ovunque.
In questo contesto l’inflazione è un fattore chiave che nel gergo del mercato si chiama “game changer”, ovvero il fattore che può cambiare le regole del gioco e dare uno stop al mercato che ha ripreso a salire dalla fine di marzo 2020.
La ripresa dell’inflazione ha diverse conseguenze:
- Il ritorno della volatilità sui mercati che accompagna l’assestamento delle economia globali assuefatte ai tassi zero che devono ricominciare a investire per la crescita.
- Sul fronte azionario potrebbe verificarsi uno stop al rialzo anche sei i gestori sono convinti che il recupero dei settori ciclici sia destinato a proseguire. In questo contesto, il reddito fisso è destinato a soffrire maggiormente, soprattutto sul fronte delle obbligazioni statali.
- Un aumento del rischio per chi investe. Con il riallinearsi delle variabili macroeconomiche cambia anche la percezione del rischio che va rivalutato con un corretto esame di portafoglio che non guardi solo al rendimento, con una verifica dell’orizzonte temporale scelto in base ai propri obiettivi e la costruzione di un’allocazione bilanciata.
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