Le performance di luglio disegnano un quadro in lieve peggioramento sul piano azionario, mentre migliorano mediamente gli asset obbligazionari.
Tra i listini le migliori performance (in valuta) sono messe a segno da Helsinki (+ 5,27%), Stoccolma (+4,71%) ed Amsterdam (+3,40%). In generale le piazze europee, soprattutto se del nord del continente, popolano la prima parte della classifica. Anche gli USA conquistano posizioni di rilievo grazie perlopiù ai titoli tecnologici. I listini asiatici, invece, si collocano in fondo ai ranking con performance anche pesantemente negative, come nel caso di Hong Kong che cede quasi il 10%.
Sul piano valutario prosegue il rafforzamento dell’euro nei confronti di un elevato numero di divise, ma non delle principali: con Yuan, Dollaro USA e Sterlina si muove sostanzialmente sulla parità, mentre contro Yen flette dell’1,15% circa.
Gli indici espressivi del risparmio gestito disponibile alla clientela italiana si muovono in modo coerente e farebbero presumere piacevoli risultati per i portafogli moderatamente difensivi e ben diversificati.
Tra i comparti a specializzazione geografica spicca il balzo degli Azionari Turchia (+6%) che però rimangono in territorio negativo sull’anno corrente (-10%). Bene anche gli Azionari Svizzera per i quali si emerge anche una discreta componente di gestione attiva, addizionale rispetto al movimento del mercato e del cambio.
I settori di luglio
Le società growth continuano a rappresentare un elemento di successo tra i mercati occidentali, mentre in Asia sono le società value a sovraperformare. Mentre in Europa corrono le mid e small, negli USA a primeggiare sono le large cap. In Oriente le dimensioni risultano neutrali nel determinare le classifiche.
Sul piano settoriale il protagonista è ancora il real estate, in luglio con l’Europa (+5,7%) mentre da inizio anno con gli USA (+29%). Prosegue il rally delle risorse idriche (+5,43% a luglio, +22,50% ytd). Bene IT, anch’esso bene impostato sul lungo periodo. Si registra invece un rimbalzo dei metalli preziosi, che avevano patito particolarmente il mese precedente e che rimangono in rosso dall’inizio dell’anno. In flessione i socialmente responsabili e le energie tradizionali, pur ben impostati nel medio termine.
Tra i comparti obbligazionari, quelli focalizzati sui Gilts risultano i più performanti con risultati che arrivano al 3.56%. Ad influire potrebbero essere state le parole del governatore della BoE, che ritiene le attuali prospettive inflazionistiche di natura temporanea e che la crescita, una volta realizzato il recupero post-pandemia, dovrebbe attestarsi su livelli contenuti. Interessante è anche l’osservazione circa la pressione sui prezzi, che dovrebbero derivare dal delay della ripresa della domanda rispetto all’offerta. Tutte affermazioni che allontanano i timori di un rialzo dei tassi nel Regno Unito.
Nel complesso gli allunghi maggiori sono ottenuti dal debito dell’Area Euro, seguito dagli Usa. È particolare come sia le lunghe scadenze che gli inflation linked guadagnino contestualmente le preferenze degli investitori. Gli investment grade superano gli high yield, coerentemente con la lieve flessione dell’azionario.
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