Con il mese di marzo 2022 si è chiuso un trimestre che, nonostante abbia visto nascere un conflitto armato, ha portato sì perdite diffuse sui portafogli, ma non di entità anomale o straordinarie. Vediamo un’analisi di mercato del mese di marzo 2022.

I principali listini mondiali in valuta disegnano un quadro complessivamente in flessione. Solo il 30% degli indici è in allungo e un rendimento medio negativo di quasi il 4%: uno scenario opposto al periodo precedente. Ciononostante, è sufficiente tornare al primo trimestre del 2020, quando a preoccupare era il diffondersi del Covid-19, per rilevare statistiche ben più allarmanti: allora tutti i listini cedevano in media 24 punti percentuali.

I migliori ritorni sono da ricondurre a Turchia (+20%) e Brasile (+15%). Con le dovute eccezioni, l’Asia appare in vantaggio rispetto alle altre aree, seguita da Usa ed infine Europa. Pur in territorio negativo, i Paesi mediterranei si posizionano bene. Come lecito aspettarsi a chiudere le classifiche troviamo la Russia, in negativo del 36%. L’indice RTS, inoltre, figura tra i migliori per performance a marzo, mese complessivamente positivo e considerevolmente in miglioramento rispetto a febbraio.

Sul piano valutario si rilevano movimenti di una certa importanza, con la moneta unica in forte rialzo contro lira turca (+8%, più che sul rublo) e sullo yen (+3%). Non mancano le flessioni, in particolare con il dollaro Usa e yuan (circa -3%).

Favorite large cap e stile value

L’analisi del risparmio gestito mostra anch’esso un quadro contrastato. I migliori asset azionari dal punto di vista geografico riguardano economie emergenti come il Brasile, la Turchia, l’Africa, Indonesia e Thailandia, con allunghi anche importanti, e tendenzialmente accompagnati da livelli di volatilità e drow down massimi contenuti. Anche a chiusura dei ranking troviamo i Paesi emergenti, trascinati dalla Russia e dalle A shares cinesi. Il clima di incertezza pare favorire large cap e società value.

Il rally delle materie prime definisce le classifiche degli azionari settoriali, con allunghi del 25% per i metalli e minerali ad uso industriale, seguiti a poca distanza dalle fonti tradizionali di energia. La rotazione settoriale ha determinato uno svantaggio per i comparti green, socialmente responsabili e maggiormente sostenibili, raffreddando l’entusiasmo degli investitori e creando ottime occasioni di acquisto. A cedere troviamo anche i settori ad elevato contenuto innovativo, come IT, fintech, robotics e telecomunicazioni, forti di trend strutturalmente positivi ancora non invalidati.

Analisi di mercato: sui bond bene America Latina e inflation linked

Le analisi di mercato mostrano che i comparti obbligazionari non sono immuni alle perdite. L’unica performance apprezzabile è generata dai bond dell’America Latina, che portano a casa quasi il 6% in euro (a fronte di un aumento del real brasiliano del 17%). Nel complesso sui comparti obbligazionari il riflesso della guerra è solo lievemente meno grave della pandemia nel primo trimestre del 2020. Oggi si evidenza una minore dispersione dei rendimenti attorno ad una media del -4% (era del -7% nel 2020).

L’esposizione all’inflazione risulta ancora un tema vincente, che non garantisce rendimento ma continua a raccogliere capitali tra gli operatori. Duration brevi e high yield sono altri fattori di successo. Il debito Usa risulta vantaggioso ma a causa principalmente di fattori valutari.

I mercati, al banco di prova di un conflitto nel cuore dell’Europa, per ora non paiono in preda al panico. Le perdite sono diffuse, ma i volumi sostenuti sposano la tesi di uno spostamento dei capitali in ottica di speculazione e prese di profitto, non di una fuga. Storicamente i crolli sui mercati finanziari sono rapidi e profondi, mentre le riprese infintamente più lente e graduali. Gli indici di categoria FIDA mostrano chiaramente un miglioramento in marzo rispetto a febbraio 2022, che potrebbe configurarsi nei prossimi mesi come l’inizio di un recupero.

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Note

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Autore

Monica Zerbinati

Monica Zerbinati

Competenze:
Analista finanziario presso l’Ufficio Studi di FIDA, Finanza Dati Analisi, è specializzata su temi legati al risparmio gestito, attivo e passivo, sul quale cura diversi studi periodici. Le competenze generali riguardano l’analisi di scenario dal punto di vista quali-quantitativo. Cerca di individuare tendenze e semplificare la complessità delle dinamiche di mercati finanziari e reali, combinando analisi macroeconomica, tecnica e fondamentale. Segue inoltre l’evoluzione della normativa in ambito finanziario con particolare focus sulla compliance nell’ambito della consulenza finanziaria. Ha competenze generali su database ed elaborazione dati, produzione di materiale di marketing ed interazioni tecnico-commerciali.

Esperienza:
Al netto di alcune esperienze giovanili in realtà industriali e bancarie, contestuali agli studi, la sua esperienza lavorativa è maturata interamente in FIDA, all’interno della quale – negli anni – ha avuto occasione di collaborare ad ogni genere e tipologia di attività. Data entry, strutturazione banche dati, elaborazioni quantitative, redazione di contenuti editoriali di taglio customizzato e reportistica specifica, supporto nello sviluppo di nuovi tools informatici per operatori della finanza, ma anche assistenza clienti, formazione, organizzazione di campagne informative ed eventi. Gli obiettivi sono molteplici e spaziano dall’integrazione di dati e strumenti informatici a supporto degli operatori della finanza nello svolgere la loro professione, nell’espletamento degli obblighi normativi, ma anche fini filantropici come la diffusione dell’educazione finanziaria.

Formazione:
Ha una laurea magistrale in Finanza Aziendale e Mercati Finanziari conseguita presso la Scuola di Economia e Management di Torino.

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