A circa dieci settimane dall’inizio del 2024 i mercati confermano l’impostazione crescente di medio termine. Il contesto macroeconomico in cui si muovono vede tassi ufficiali stabili – sui quali si ipotizzano tagli già nella seconda metà dell’anno – consumi sostenuti e inflazione sotto controllo. La diversificazione è l’arma vincente.
Asset allocation: su azioni e obbligazioni vince la diversificazione
Vediamo in particolare le conseguenze per i singoli asset. In particolare:
- Materie prime: chi sale e chi scende. Sulle materie prime si sono verificati diversi movimenti importanti e perfettamente in linea con l’anno precedente: continua il rally del cacao (+44% da inizio 2024), a causa delle gravi condizioni climatiche che coinvolgono i Paesi produttori come Ghana e Costa d’Avorio. Il gas naturale cede quasi il 30%: anche in questo caso è il clima uno dei principali driver, con un inverno mite e la conseguente riduzione dei consumi, ma anche la diversificazione degli approvvigionamenti avviata a causa del conflitto russo-ucraino della quale stanno beneficiando soprattutto Stati Uniti e Qatar.
- Yen, lira e franco forti in valuta. Anche sul Forex i movimenti sono consistenti e riguardano in particolare i rafforzamenti dello yen, della lira turca e del franco svizzero – o meglio: l’indebolimento della moneta unica – ed il rafforzamento del dollaro Usa, dello yuan e della sterlina inglese.
- In azione l’Europa batte tutti. L’overview sui principali listini vede il recente sorpasso della Turchia sul Giappone. Bene nel complesso l’Europa, seguita dagli Usa, mentre patiscono Brasile e asiatici. Tuttavia, tra questi ultimi spicca la Cina, che con il balzo di febbraio recupera abbondantemente le precedenti perdite.
Risparmio gestito: ritornano i tematici su sostenibilità e tecnologia
Gli indici di categoria FIDA, grazie alla loro numerosità, consentono di cogliere ulteriori dinamiche sui temi di investimento.
- Turchia e Giappone regalano le maggiori soddisfazioni, così come i mercati di frontiera e l’Europa orientale, trascinata dalla Polonia. Le asset class più conservative, esposte ai mercati sviluppati europei e più presenti nei portafogli dei risparmiatori meno audaci, portano comunque a casa qualche piacevole punto percentuale.
- Bene i tematici. I settori tecnologici ed innovativi, nonché i tematici sostenibili, sono altri temi di investimento vincenti. Interessanti sono i recenti recuperi dei consumi e delle risorse idriche.
- Sui bond vincono gli high yield. La distribuzione degli indici obbligazionari è ancor più chiara e delineata. Sono i comparti focalizzati sui bond high yield a generare le migliori performance, mentre per quanto concerne le duration dei portafogli si distinguono due dinamiche: in Europa sono le scadenze più lontane a beneficiare maggiormente dell’attuale stallo delle Banche Centrali e del fermento che si percepisce sui mercati, che da mesi scontano un ammorbidimento delle politiche monetarie. Negli Usa invece gli short term si piazzano meglio: gli operatori hanno ridimensionato in modo significativo le aspettative su quando la Fed tornerà a tagliare i tassi di interesse; diversi strategist hanno quindi aumentato gli outlook a 12 mesi per il rendimento del Treasury a 2 anni – più sensibile ai tassi – e ciò contribuisce a mantenere invertita la curva dei tassi. Ad oggi, però, la curva dei tassi invertita non pare più suggerire la prossimità di una recessione, soprattutto alla luce della distorsione prodotta da anni di quantitative easing.
IDEE DI INVESTIMENTO
La view di breve termine si conferma rialzista, sostenuta da una molteplicità di elementi che però, in molti casi, non sono diffusi tra i portafogli più prudenti: un’adeguata diversificazione dovrebbe però aver garantito negli ultimi 3-6 mesi ritorni contenuti ma gradevoli.
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NOTE
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