Con il 2018 in via di conclusione è consuetudine fare bilanci ed analisi utili a comprendere le dinamiche dei fenomeni che si sono sviluppati nel corso degli ultimi mesi. Il mercato del risparmio gestito è ormai così vasto e sviluppato che, oltre a rappresentare una dimensione di notevole interesse per buona parte della popolazione, dà anche una buona rappresentazione dei mercati finanziari in generale.
Gli indici costruiti su categorie quanto più possibile omogenee sono utili a fornire una visione di insieme integrata e di rapida comprensione, semplificando adeguatamente un quadro che sarebbe altrimenti decisamente complesso. La costruzione degli indici di categorie – a loro volta create sulla base di un sistema standardizzato e trasversale di classificazione – permette di eliminare il rumore, e in generale tutte le informazioni non rilevanti e di definire invece moti e tendenze che maturano in un mercato concreto come quello dei fondi comuni, scavalcando la stima di variabili calcolate in modo fittizio.
L’analisi quali-quantitativa che legge l’andamento degli indici alla luce dello scenario macroeconomico, permette di disegnare il punto di partenza del 2019. Quello che si sta per concludere è un anno di rottura dei trend ben definiti che hanno guidato i mercati nel corso dell’ultimo decennio.
I fondi azionari hanno registrato risultati complessivamente negativi, con estremi a -35% e solo una ridotta percentuale di asset class che si muove in terreno positivo (6%). Tra queste figurano gli azionari Usa ad elevata capitalizzazione, che hanno retto, pur con difficoltà, il rialzo dei tassi di interesse avviato nel 2015 e accelerato nel corso del 2018 con quattro rialzi, uno a trimestre, di cui il più recente proprio in questi giorni. Nonostante le Banche centrali continuino a rivestire un ruolo di primaria importanza nel determinare le sorti dei listini, anche fattori di natura geopolitica, come la guerra commerciale tra Usa e Cina, hanno contribuito all’esplosione della volatilità.
Analisi fondi 2018: i fondi azionari settoriali battono le aree geografiche
Categoria | Performance | Volatilità | ||||||
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YTD | 3y | 5y | 10y | YTD | 1y | 5y | 10y | |
Azionari Settoriali - Servizi di Pubblica Utilità | 8,50% | 20,13% | 48,57% | 77,56% | 10,94% | 10,19% | 11,06% | 10,88% |
Azionari Giappone - Large & Mid Cap Growth | 6,60% | 32,42% | 81,81% | --- | 25,87% | 19,69% | 17,95% | --- |
Azionari Settoriali - Farmaceutico e Sanitario | 6,26% | 4,10% | 48,15% | 205,85% | 10,92% | 11,98% | 13,72% | 12,01% |
Azionari Africa e Medio Oriente | 4,76% | 7,65% | 27,21% | 109,81% | 4,58% | 7,39% | 8,84% | 12,32% |
Azionari Usa - Large & Mid Cap Growth | 2,79% | 19,24% | 56,81% | 250,32% | 11,85% | 10,94% | 12,31% | 12,46% |
I settori che hanno sovraperformato sono stati le utilities (+8%) ed il settore farmaceutico (+6%), mentre i settori tecnologici (telecomunicazioni, informatica, robotica e così via) chiudono l’anno non distanti dalla parità, dopo un incredibile rally pluriennale.
Analisi fondi 2018: utilities e farmaceutico sono i settori dell'anno
Categoria | Performance | Volatilità | ||||||
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YTD | 3y | 5y | 10y | YTD | 1y | 5y | 10y | |
Azionari Settoriali - Servizi di Pubblica Utilità | 8,50% | 20,13% | 48,57% | 77,56% | 10,94% | 10,19% | 11,06% | 10,88% |
Azionari Settoriali - Farmaceutico e Sanitario | 6,26% | 4,10% | 48,15% | 205,85% | 10,92% | 11,98% | 13,72% | 12,01% |
Azionari Settoriali - TMT (Informatica, Telecom, Media) | 2,30% | 29,62% | 78,57% | 249,71% | 12,78% | 12,51% | 13,41% | 12,28% |
Azionari Settoriali - Informatica e Tecnologia (Globale) | 1,25% | 25,14% | 83,07% | 337,20% | 13,03% | 12,90% | 13,66% | 14,13% |
Azionari Settoriali - Immobiliare (Asia Pacifico)Azionari Settoriali - Immobiliare (Asia Pacifico) | 0,85% | 7,30% | 17,64% | 127,75% | 9,36% | 8,67% | 11,19% | 14,78% |
Dal punto di vista geografico le aree più redditizie sono state i Paesi Sviluppati in generale, e più in particolare il Giappone, gli Usa e l’Africa.
Analisi 2018: Giappone, Africa e Medio Oriente vincono in rendimento
Categoria | Performance | Volatilità | ||||||
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YTD | 3y | 5y | 10y | YTD | 1y | 5y | 10y | |
Azionari Giappone - Large & Mid Cap Growth | 6,60% | 32,42% | 81,81% | --- | 25,87% | 19,69% | 17,95% | --- |
Azionari Africa e Medio Oriente | 4,76% | 7,65% | 27,21% | 109,81% | 4,58% | 7,39% | 8,84% | 12,32% |
Azionari Usa - Large & Mid Cap Growth | 2,79% | 19,24% | 56,81% | 250,32% | 11,85% | 10,94% | 12,31% | 12,46% |
Azionari Usa - Large & Mid Cap | -1,14% | 16,95% | 49,52% | 203,96% | 9,59% | 10,34% | 11,43% | 11,66% |
Azionari Europa Usd Hedged | -1,98% | 6,16% | 54,74% | --- | 8,42% | 10,13% | 13,44% | --- |
Gli asset obbligazionari rappresentano la piacevole sorpresa di questa nuova epoca sui mercati finanziari. Il rialzo della curva dei tassi e la volatilità hanno contribuito a generare performance su questi prodotti, per anni sedati dai tassi a zero e movimentati solo dalle alterne vicende sul Forex. Le categorie in espansione da inizio anno sono circa una su quattro, e di queste la quasi totalità è un qualche modo legata all’economia a stelle e strisce. Variabili come la classe di merito o la maturity non sembrano influenzare le classifiche.
Analisi fondi 2018: gli obbligazionari made in Usa volano
Categoria | Performance | Volatilità | ||||||
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YTD | 3y | 5y | 10y | YTD | 1y | 5y | 10y | |
Obbligazionari USA - Governativi (Breve-Medio Term.) | 5,62% | -4,55% | 18,41% | 30,61% | 5,88% | 5,98% | 7,37% | 9,72% |
Obbligazionari Convertibili Usd Hedged | 5,42% | -6,98% | 58,62% | 159,68% | 10,98% | 12,59% | 15,96% | 17,90% |
Obbligazionari USA - Corporate e Governativi (Breve-Medio Termine) | 4,42% | -3,58% | 18,81% | 37,31% | 5,56% | 5,67% | 7,10% | 9,65% |
Obbligazionari USA - Asset e Mortgage Backed | 3,04% | -1,00% | 25,97% | 62,97% | 5,22% | 5,66% | 7,59% | 9,78% |
Obbligazionari Globali - Corporate e Governativi USD Hedged | 3,02% | 0,51% | 31,03% | 70,40% | 4,86% | 5,68% | 7,93% | 9,25% |
Il quadro macro rimane orientato alla crescita, anche se contrazioni e rallentamenti più o meno intensi hanno colpito tutto il globo. Nel medio periodo è ragionevole presumere che il percorso di normalizzazione dei tassi continui, pur a diverse velocità, con le dovute periodiche revisioni per non affossare un quadro strutturale delicato e fragile. È il caso in primo luogo della Bce, che si ritrova a concludere il Quantitative easing in un frangente non ideale: dati macro in rallentamento, economia tedesca in difficoltà e crescente euroscetticismo.
Idealmente potremmo quindi assistere ad un 2019 in linea con la volatilità di quest’anno. Tra un rialzo ed un crollo potremmo intravedere il rafforzamento del dollaro e la conseguente flessione di tutti quei Paesi il cui debito è denominato in biglietto verde. La componente obbligazionaria è ormai tornata a offrire reddito al portafoglio, oltre alla diversificazione. Il mercato del risparmio gestito offre numerose soluzioni adeguate al momento storico, ma non si potrà prescindere dalla gestione attiva, fondamentale per cogliere le occasioni d’acquisto con tempismo e per cavalcare il rialzo dei rendimenti che inevitabilmente penalizzerà le scadenze più brevi.
Sempre in tema di gestione attiva, diretto è il riferimento ai fondi a ritorno assoluto, non legati a indici e che concedono ai gestori la piena libertà di movimento tra le asset class. Il bilancio del 2018 lascia l’amaro in bocca, poiché la quasi totalità delle categorie perde terreno, con l’unica eccezione dei Ritorno Assoluto coperti in dollaro Usa, valuta che da inizio anno si è apprezzata del 6% circa.
Analisi fondi 2018: per gli absolute return un anno da dimenticare
Categoria | Performance | Volatilità | ||||||
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YTD | 3y | 5y | 10y | YTD | 1y | 5y | 10y | |
Ritorno Assoluto (Usd Hedged) | 0,73% | -0,82% | 17,08% | 36,45% | 4,32% | 5,57% | 6,96% | 9,14% |
Ritorno Assoluto Obbligazionari | -1,29% | -1,41% | 6,21% | 37,86% | 1,64% | 2,61% | 3,52% | 5,74% |
Ritorno Assoluto - Arbitrage Strategy | -2,03% | -1,75% | 0,05% | 9,95% | 1,60% | 1,36% | 1,78% | 2,60% |
Ritorno Assoluto Real Return | -2,23% | -7,02% | 0,71% | 29,51% | 3,12% | 3,12% | 4,08% | 5,37% |
Ritorno Assoluto Target Data | -2,29% | 0,60% | 7,27% | 17,83% | 1,35% | 1,46% | 2,56% | 4,53% |
Complessivamente il 2018 non è da archiviare tra gli anni nefasti, ma indubbiamente abbiamo visto susseguirsi ed accavallarsi diversi elementi di rischio che hanno gettato gli operatori nel panico. Lo scatto degli stop sui trading system di febbraio ha inaugurato una nuova era di periodiche e profonde correzioni, che hanno raffreddato il clima di iperottimismo da rally senza, tuttavia, scatenare una recessione. I principali motivi di tensione, si pensi ad esempio all’Italia, ai Gilet gialli, alla Turchia, Brexit… paiono ora evolversi verso una soluzione non troppo dolorosa. Gli choc sui mercati sembrano – più che gli indizi della fine di un ciclo espansivo – cadute tipiche delle fasi di transizione dal mercato dopato a quello sano.
Un approccio possibile a questa fase delicata e contraddittoria è quello di cogliere i rimbalzi sui minimi ed i successivi allunghi per vendere l’eccesso di equity e riequilibrare i portafogli seguendo le logiche della diversificazione.
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Note
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