Si chiama cashless revolution, ed è una trasformazione silenziosa e coinvolge consumatori e governi di tutto il mondo che stanno rapidamente voltando le spalle ai contanti, per passare ad alternative di pagamento digitale più comode e veloci. L’India è uno dei Paesi che si sta muovendo più velocemente in questa direzione con il piano di riforme Digital India messo in atto dal primo ministro Narendra Modi a partire dal 2016. L’ultima edizione del rapporto The European House — Ambrosetti sullo stato dell’arte della cashless revolution individua tra i pionieri insieme all’India anche Svezia, Cina, Francia e Corea del Sud, mentre l’Italia non gioca ancora un ruolo di primo piano nei pagamenti digitali perché il rapporto degli italiani con il denaro contante è molto solido.
Non stupisce, dunque, che la velocità con cui l’India sta andando verso la digitalizzazione abbia convinto Facebook a far partire a febbraio 2018 la sperimentazione dei pagamenti peer-to-peer attraverso la piattaforma WhatsApp proprio dal Paese di Modi. Il sistema di messaggistica gratuita via smartphone, che ha 1,5 miliardi di utenti in tutto il mondo di cui 200 milioni di utenti giornalieri solo in India, ha testato il servizio di instant payment a pagamento per quasi un semestre per verificare quale fosse la disponibilità dei consumatori e delle banche. Durante il test, l’opzione di pagamento è diventata disponibile nella sezione del menù principale di WhatsApp, dove solitamente è possibile inviare foto e documenti. Affinché il servizio di pagamento potesse funzionare, entrambe le parti coinvolte dovevano averlo attivato.
Adesso la fase di test è conclusa e il potenziale lancio di WhatsApp Pay in India è il primo tentativo di pagamenti via social, mentre i pagamenti via App sono già stati sdoganati da Paytm, supportato dal gigante cinese di tecnologia ed e-commerce Alibaba e da Tez, l’App di pagamento di Google. Così Facebook offrirà i suoi servizi di pagamento WhatsApp a tutta l’India entro il mese di giugno, in attesa che tutti i partner siano pronti. L’App di messaggistica collaborerà con HDFC Bank Ltd., ICICI Bank Ltd. e Axis Bank Ltd. per elaborare i trasferimenti, e la State Bank of India ha deciso di aderire in un secondo tempo.
Cosa significa per il mercato? L’ingresso di WhatsApp nell’arena dei pagamenti in India è stato paragonato a quello di WeChat in Cina, il quale ha ridisegnato i pagamenti nel Paese quando si è espanso oltre la messaggistica. La versione pilota di WhatsApp Pay – rilasciata ad un milione di utenti a febbraio – ha ricevuto recensioni entusiastiche, minacciando la quota di mercato degli incumbent di Tez e Paytm, che non hanno i vantaggi di un social network. Secondo Pwc, WhatsApp ha il monopolio della chat e questo rende la piattaforma un competitor credibile.
Oltre 200 milioni di indiani, cifra che equivale al 60% della popolazione degli Stati Uniti, utilizzano la messaggistica WhatsApp, secondo un’analisi di Forrester. L’utilizzo attivo giornaliero è stimato circa 20 volte superiore a quello attuale di Paytm. Non a caso il più grande detrattore di WhatsApp e stato Vijay Shekhar Sharma, fondatore di Paytm Payments Bank, la startup che più ha beneficiato della svolta digitale del Governo Modi sul denaro contante.
IDEE DI INVESTIMENTO
La digitalizzazione dell’India è un’opportunità su cui investire non solo in chiave di cashless revolution. «La blockchain sta trasformando le città indiane e la digitalizzazione integrata non coinvolge solo il settore dei servizi finanziari perché è parte integrante della nuova rivoluzione tecnologica dell’India. Nel medio-lungo termine, sempre più segnali indicano che gli investimenti infrastrutturali e la spesa in conto capitale da parte delle imprese cresceranno» ha detto Jürgen Maier, gestore azionario CEE & Global Emerging Markets di Raiffeisen Capital Management. «Questo dovrebbe favorire un ciclo di investimenti positivo per l’India: più imprese, più posti di lavoro, più consumi interni, maggiori entrate fiscali per il governo e più spazio per aumentare ulteriormente gli investimenti infrastrutturali». Il digitale e il Fintech in particolare sono settori chiave per Patrick Lemmens, gestore del fondo Robeco Global FinTech Equities, saranno proprio i pagamenti online a spingere la trasformazione a livello globale e la finanza digitale può aprire la strada a un bacino potenziale di oltre 2 miliardi di persone che oggi non gestiscono i loro risparmi, e India e Cina guideranno la rivoluzione.
Per investire sulla cashless revolution in India la scelta migliore è puntare su un fondo azionario emergente che abbia dato un peso maggiore in portafoglio all’India (Categoria Morningstar: Azionari Paesi Emergenti).
I migliori fondi azionari mercati emergenti che hanno puntato sull'India
Prodotto | Peso % India in portafoglio | Rendimento 1y | Rendimento 3 y |
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Fideuram MS Equity New World | 30,67% | 14,50% | 7,03% |
BNY Mellon Global Em Mkts USD W Inc | 29,13% | 24,15% | 6,91% |
Stewart Investors Glbl EM Ldrs B Acc GBP | 28,62% | 11,02% | 4,56% |
Raiffeisen Azionario Eurasia (r) | 24,93% | 15,91% | 5,68% |
F&C BMO Responsible Global Em Mkts Eq A | 24,81% | 24,86% | 8,10% |
F&C Global Emerging Markets A EUR Inc | 20,56% | 17,67% | 4,18% |
AXAWF Fram Emerging Markets A Cap GBP | 20,24% | 19,00% | 6,93% |
BMO LGM Glbl EmMkts Gr and Inc B USD Acc | 19,38% | 19,63% | 5,86% |
Vontobel Emerging Markets Equity B | 18,86% | 17,02% | 3,96% |
NEF Emerging Market Equity R Acc | 18,82% | 17,25% | 3,97% |
Nordea 1 - Emerging Markets Focus Equity Fund Classe E EUR | 18,18% | 27,00% | 8,84% |
JOHCM Global Emerging Mkts Opps EUR A | 18,09% | 18,07% | 6,69% |
Janus Henderson Em Mkts Ldrs A USD Acc | 17,73% | 15,70% | 5,89% |
Jpm Emerging Markets Equity D (acc) -usd | 16,65% | 26,66% | 8,97% |
MS INVF Emerging Leaders Equity A | 16,41% | 8,77% | 3,71% |
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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