Il primo trimestre è stato duro per i titoli ad alta crescita e per gli asset rischiosi in genere perché, secondo un’analisi di Bank of America Merrill Lynch, i grandi investitori hanno realizzato che siamo all’inizio di nuovo ciclo di politica monetaria più restrittiva, certamente guidato dalla Fed, e hanno cominciato ad adeguare il portafoglio abbassando il grado di rischiosità per contrastare la volatilità. Ma proprio nel bel mezzo di quella che in gergo si chiama “rotazione” di portafoglio dai settori che hanno beneficiato di più del Quantitative Easing – le azioni americane, il settore tecnologia, le obbligazioni high yield Usa e Ue e i mercati emergenti – verso gli asset che invece hanno sofferto negli ultimi anni – settore azionario utilities, farmaceutici, commodities, bond governativi – qualcosa ha rallentato il processo.
Sono due gli elementi chiave che hanno caratterizzato il mese di aprile:
- la stagione delle trimestrali ha confermato la ripresa e ha rallentato la voglia di giocare in difesa, favorendo la ripartenza dei principali listini mondiali;
- nella seduta di fine aprile la Banca centrale europea (BCE) ha preso ancora tempo sulla fine del Quantitatve easing, non muovendo nulla: i tassi restano ai minimi di sempre e l’acquisto dei bond è confermato.
Cosa significa? Il presidente della BCE, Mario Draghi, ha riconosciuto la ripresa dell’Eurozona più debole rispetto a un 2017 ai massimi da dieci anni a questa parte, e in attesa che l’inflazione si avvicini alla fatidica soglia del 2% resta cauto.
Le attese degli analisti, secondo quanto riportano Reuters e Bloomberg, sono di un azzeramento graduale degli acquisti dei bond – oggi pari a 30 miliardi al mese – tra ottobre e dicembre 2018. E queste aspettative dovrebbero spingere, sempre in maniera graduale, la rotazione di portafoglio verso i titoli cosiddetti difensivi.
IDEE DI INVESTIMENTO
Tensioni protezionistiche, volatilità e incertezze geopolitiche restano temi sul mercato. La ripresa delle Borse nelle ultime settimane li ha cancellati. Così come la due giorni di riunione della Fed non ha sciolto i dubbi degli investitori e non ha fatto chiarezza sulle prossime mosse della banca centrale: con il rafforzamento dell’inflazione la Fed potrebbe alzare i tassi altre tre volte quest’anno invece delle due previste. Giocare in difesa, quindi, è una strada ancora valida. «Durante i primi tre mesi del 2018, per difendere un portafoglio azionario sarebbe stata necessaria una sovra esposizione ai settori IT, Discretionary Staples e Utilities ovvero a quei settori più a rischio in un mercato con valutazioni elevate e tassi bassi», ha detto Marco Ghilotti, Senior Business Development Manager, Institutional clients di Pictet Asset Management. «Il nervosismo del mercato c’è ancora oggi. La minaccia emergente di una guerra commerciale ha aggiunto una fonte di preoccupazione poiché, se si materializzasse, implicherebbe un rallentamento della crescita e una maggiore inflazione. A marzo il settore delle utilities ha costituito un buon rifugio, mentre i ciclici hanno sofferto per la minaccia di guerra commerciale. Utilities, staples, real estate sono solitamente i principali pregiudizi settoriali delle strategie di minimum volatility».
Per investire sui titoli difensivi e non semplicemente poco volatili, per preservare il capitale nell’attuale fase di mercato e garantire il giusto equilibrio tra controllo del rischio e rendimento atteso, una buona strada può essere puntare su un fondo azionario internazionale che investe sui titoli value a larga capitalizzazione (Categoria Morningstar: Azionari Internazionali Large Cap Value).
La top five dei fondi Azionari globali large cap value per rendimento da inizio anno
Prodotto | Rendimento YTD | Rendimento 3y |
---|---|---|
EdR Fund Global Value A EUR | 2,64% | -0,45% |
Azimut Trend | 0,61% | 7,12% |
AZ Fd1 Trend A-AZ Fd Acc | 0,12% | 3,63% |
PIMCO GIS RAE FdmlPlGlbDev E EUR UnH Acc | 0,06% | 4,24% |
T. Franklin Mutual Global Discovery Fund Classe A (acc) Usd | 0,00% | 0,22% |
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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