I grandi nomi della gestione straniera, come JP Morgan e Schroders, e dell’assicurazione, come Axa e Generali, hanno aspettato un semestre e l’esplosione della raccolta per entrare nel mercato dei Piani individuali di risparmio (PIR). A soli sei mesi dalla partenza, infatti, quello dei PIR si può definire a tutti gli effetti un mercato con una raccolta di oltre 5 miliardi di euro spalmati su una sessantina di prodotti. Tra gli ultimi lanci del mercato estivo c’è da segnalare Azimut che ha deciso di entrare con prodotti tutti nuovi arricchendo la gamma dei fondi lussemburghesi; Jp Morgan che ha scelto di lanciare un prodotto finora unico sul mercato perché, a discrezione del sottoscrittore, consente di incassare una cedola trimestrale; e Cnp Partners che ha rilasciato una nuova versione della, finora unica, polizza multi ramo PIR compliant raddoppiando di fatto l’universo di fondi disponibili su cui investire.

Tra le new entry c’è il gruppo Schroders che ha deciso di sfruttare il track record decennale nella gestione e di rendere PIR compliant il fondo azionario Italia, esattamente come aveva già fatto Fidelity con il suo Italy Fund che può contare su una storia altrettanto lunga di rendimenti ottenuti sulla Borsa italiana. Il mercato è diventato vivace anche sul fronte assicurativo. Axa ha debuttato con un prodotto studiato per il gruppo Montepaschi con cui c’è un accordo di bancassurance, mentre Generali ha scelto la strada della valorizzazione della sua storica gestione separata Gesav che costituisce la componente assicurativa del prodotto. E con un’offerta così le previsioni del Ministero dell’Economia, che ipotizzava un flusso da 16-18 miliardi di euro in cinque anni, sono state riviste ampiamente al rialzo con un’ipotesi di arrivare ben oltre i 65 miliardi entro il 2022.

IDEE DI INVESTIMENTO

Alle potenzialità delle small cap, che sono l’investimento del momento, i PIR aggiungono i vantaggi fiscali contenuti nel prodotto:

• I PIR offrono un vantaggio fiscale sugli utili: in pratica, non si devono pagare le imposte su capital gain e rendimenti (12,5% sulle cedole e utili relativi a titoli di Stato e 26% su azioni e obbligazioni). Se al termine dei 5 anni dell’investimento non ci saranno utili, ma perdite, il risparmiatore dovrà rispettare le regole generali dei fondi per il credito di imposta.
• I PIR sono esenti dall’imposta di successione. La cifra può diventare importante nell’asse ereditario di un investitore privato. Ipotizzando un rendimento annuo del 2% su un investimento di 30 mila euro per 5 anni (150mila alla fine del quinquennio) dopo 10 anni, l’utile atteso è di 25.818 euro con un risparmio di 6.713 euro di tasse (pari a circa il 4%) sul capitale versato.

L'offerta di PIR sul mercato italiano

Sulla piattaforma Online SIM è possibile sottoscrivere i fondi PIR e aprire un conto dedicato.

Note

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