Il fischio di inizio del Mobile World Congress (MWC) 2017, la fiera più importante del settore quest’anno è toccato a Reed Hastings, Ceo di Netflix, che da Barcellona ha aperto ufficialmente la dodicesima edizione dell’evento dove tutti produttori di telefonia sono protagonisti per svelare le novità dell’anno – tutti tranne Apple che da sempre snobba la kermesse – o rilanciare la propria attività. Per esempio, Samsung ha deciso quest’anno di dare solo un assaggio del suo smartphone di punta, mentre Huawei ha lanciato oggi i nuovi smartphone dell’attesa serie P, il P10 e il P10 Plus anche se le protagoniste di questa edizione sono le due operazioni nostalgia per due big del passato come Nokia e BlackBerry.
Accanto al marketing dello smartphone, il Mobile World Congress è il momento anche per fare riflessioni sulle tecnologia e sugli operatori telefonici che ormai da un paio di anni hanno visto i ricavi contrarsi. I manager di Vodafone Group Plc, Deutsche Telekom AG e Telefonica SA sono tutti presenti a Barcellona in momento in cui non si fa altro che parlare dell’inizio di una stagione di fusioni nel settore.
La ragione? La compressione dei margini ha fatto ripartire il mercato M&A nelle telecomunicazioni che, secondo l’analisi di Bloomberg già nel 2016 è aumentato del 34% nel valore delle offerte. Le direttrici sono diverse a seconda della sponda dell’Oceano da cui si guarda: negli Stati Uniti gli operatori di telefonia hanno cercato di fondersi con le società che producono contenuti, soprattutto video; mentre in Europa, si va verso operazioni di fusione che aumentano la concorrenza così come hanno suggerito le Autorità che vigilano sul mercato.
Telecom Europa: quanto pesa la fine del roaming Ue
Del resto, l’Europa va verso un’ulteriore riduzione dei margini. Il 2017 è, infatti, l’anno della svolta digitale Ue con l’avvio a metà giugno della rivoluzione più grande e più tangibile: la fine completa dei sovra costi del roaming, prevista per metà giugno. Ma i matrimoni tra telecom funzionano? Se si guarda alla storia recente italiana, con la fusione tra Wind e 3, la risposta è affermativa. Wind e 3 da sole per anni non sono riuscite a battere gli eterni concorrenti, Telecom Italia e Vodafone, oggi insieme sono diventate il primo gestore di telefonia mobile del paese, con il 37% del mercato e una cassa pari 1 miliardo di euro. La stagione delle fusioni potrebbe riallineare l’industria telecom su scala globale.
I protagonisti a Barcellona restano, però, gli smartphone. Il P, P10 e P10 Plus di Huawei erano i più attesi: hanno colori e finiture suggestive, sono dotati di una doppia fotocamera e di una camera frontale realizzate in collaborazione con Leica. Samsung, invece, ha deciso di portare a in Spagna solo il video di Galaxy S8 con cui spera di recuperare posizioni dopo il flop di Note 7. In campo c’è anche LG con G6 che ha uno schermo grande, cornice sottile, ed è resistente all’acqua e Sony con Xperia X2 con una fotocamera da 23 megapixel. Oltre a fotocamere e schermi sempre più grandi, si parlerà anche di intelligenza artificiale, e segnatamente di assistenti digitali: Google Assistant è atteso sul G6 di LG, e Alexa di Amazon sul P10 di Huawei.
Due grandi protagonisti a MCW Barcellona 2017 sono vintage: Nokia e BlackBerry entrambe redivive dopo aver concesso in licenza l’uso del marchio. La casa finlandese, ha resuscitato l’iconico Nokia 3310, il telefonino per antonomasia, lanciato nel 2000 e venduto in oltre 100 milioni di pezzi. BlackBerry che ha ormai una quota di mercato pari a zero, ha portato a Barcellona Mercury, che ha il sistema Android 7.1 uno smartphone dotato della tastiera fisica che è il tratto distintivo della società canadese. La tastiera smart ha l’obiettivo di rendere la navigazione web, la lettura delle mail e la scrittura dei messaggi più fluida e intuitiva e può essere programmata per lanciare fino a 52 collegamenti personalizzabili.
IDEE DI INVESTIMENTO
Al di là delle innovazioni tecnologiche il settore telecom è tra i più convenienti in Borsa in questo momento. Secondo un’analisi di Morningstar, il comparto telecom ha guadagnato il 7% negli ultimi tre mesi (rendimento dell’indice Msci ACWI/Telecom Services PR in euro al 6 febbraio 2017), ma resta uno dei più convenienti grazie a un rapporto medio Prezzo/Fair value pari a 0,94. Per gli analisti di Mediobanca, il 2017 dovrebbe essere l’anno che porterà i frutti del processo di consolidamento sia nel settore telecom sia in quello dei media.
Per puntare sull’innovazione e il consolidamento del settore telecom la scelta migliore è diversificare il portafoglio su un fondo specializzato che punta sul settore (Categoria Morningstar: Azionari Settore Comunicazione). Ecco i migliori fondi per rendimento a tre anni:
- Parvest Equity World Telecom Privilege-Distribution rende il 10,21% da febbraio 2014 a febbraio 2017 (+2,31% da gennaio 2017). Il fondo è gestito da Pamela Woo che investe in società che esercitano un’attività significativa nel settore telecomunicazioni e in settori collegati. Il 100% è investito in servizi alla comunicazione con il 32% del portafoglio allocato in America, il 22% in Europa e il 1% in Giappone. Verizon, Vodafone e AT&T sono tra i titoli più pesanti.
- Fidelity Global Telecommunications Fund Classe E (acc) rende il 7,70% da febbraio 2014 a febbraio 2017 (+1,76% da gennaio 2017). Il fondo è gestito da Rupert Gifford che investe in aziende di tutto il mondo che si occupino di sviluppo, fabbricazione o vendita di servizi e apparecchiature nel settore delle telecomunicazioni. Il 95% del fondo è investito in servizi alla comunicazione, mentre il 3% è in tecnologia. Il 30% è allocato in America mentre l’Europa vale il 19,7% e il Giappone il 18%. Verizon, At&T e China Mobile sono tra i titoli più pesanti in portafoglio.
- NN (L) Telecom Classe X Eur rende il 7,47% da febbraio 2014 a febbraio 2017 (+1,90% da gennaio 2017). Il fondo è gestito da Paul Vrouwes e Pieter Schop che investono in compagnie che offrono servizi di telecomunicazioni tramite reti fisse, mobili, wireless, a banda larga e/o tramite reti a fibre ottiche. I settore dei servizi alla comunicazione vale il 97% mentre il 3% del portafoglio è investito in beni industriali. Stati Uniti (24%), Giappone (20%), Europa occidentale (17%) sono le aree geografiche più presenti, mentre NTT DOCOMO, AT&T e Verizon i titoli più pesanti.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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