Superdollaro e l’annuncio di grandi fusioni transnazionali sono il motore che spinge il settore dell’automotive. Le grandi manovre sono cominciate in Germania intorno a Opel. È bastato l’annuncio di una trattativa in corso tra Peugeot e la casa madre General Motors per l’acquisizione della storica casa automobilistica tedesca per accendere il faro del governo federale, e portare il caso Opel fino sul tavolo del Consiglio dei ministri tedesco. Ma non solo. Anche a Parigi questa fusione possibile fa paura. Tanto che il ministro dell’Economia e delle finanze Michel Sapin ha fatto sapere vigilerà in merito agli effetti sull’occupazione derivati dall’eventuale acquisizione.
Al di là delle preoccupazioni politiche sui posti di lavoro, l’alleanza tra Peugeot e Opel è un affare secondo i calcoli di Barclays che ipotizza risparmi sui costi di circa 2 miliardi di euro l’anno dalle sinergie tra le due case automobilistiche. In uno studio dedicato al settore automotive gli analisti inglesi evidenziano come per le aziende del settore, soprattutto in Europa, il gioco della delle alleanze sia una strada obbligata per fare fronte al calo del mercato. Negli ultimi dieci anni Peugeot, Citroën e Opel hanno visto la loro quota di mercato di diminuire in Europa (Germania, Italia, Spagna Francia e Uk), mentre leader Volkswagen AG è cresciuto dal 19% al 24%, nonostante lo scandalo diesel.
Fusioni automotive: perché preoccupa l’alleanza Peugeot-Opel
Ma non solo. La francese Renault ha spodestato Peugeot dal secondo posto europeo grazie a una gamma più ampia di modelli, tra tra cui la berlina Megane e i SUV come il Kadjar. Secondo i calcoli di Macquarie Research, il prezzo di Opel potrebbe superare i 2 miliardi di euro, ma potrebbe istantaneamente fa aumentare le vendite di Peugeot in Europa di circa il 68% con circa 2,5 milioni di veicoli l’anno e una quota del 16% del mercato, seconda solo a Volkswagen. Una possibile alleanza permetterebbe a Peugeot e Opel di fare emergere con più forza le rispettive forze, migliorando in questo modo la competitività in un mercato in rapida trasformazione.
Al di là delle prospettive strategiche, considerando anche la lunga storia della Opel che è stata fondata da Adam Opel nel 1862, le preoccupazioni circa conseguenze gravose sui posti di lavoro o che venga delocalizzata la produzione sono molto alte.
Opel ha circa 38 mila dipendenti in Europa, di cui la metà in Germania, e ha riportato una perdita per 257 milioni di dollari nel 2016. Ciò che spaventa sono le prospettive che questa alleanza potrebbe innescare: l’accordo su Opel potrebbe essere il primo passo verso una fusione più grande, quella fra Psa e la stessa General Motors. In passato Opel è stata nel mirino del gruppo Fiat ma l’ipotesi non aveva avuto seguito.
IDEE DI INVESTIMENTO
Al di là del possibile inizio di una stagione di fusioni, il settore automotive potrebbe beneficiare quest’anno dell’apprezzamento del dollaro. Secondo gli analisti di Mediobanca c’è una ripresa del settore che in Europa – a gennaio le immatricolazioni sono cresciute del 10% (contro una crescita del 6,5% per l’intero 2016). Sul fronte americano, invece, il mercato, sempre a gennaio, è rimasto pressoché stabile ai suoi picchi massimi (-1,7%).
L’automotive vive un buon momento macroeconomico, secondo gli analisti e si riflette sule azioni che da inizio anno hanno fatto meglio del mercato di circa il 2,3% e trattano a un multiplo di 7,8 volte il prezzo/utile 2017, il rapporto più basso del mercato. Per questo ci si aspetta un ulteriore crescita del settore in vista dei risultati delle case automobilistiche e delle immatricolazioni in Europa che dovrebbe continuare a crescere degli Stati Uniti che dovrebbero tenere meglio del previsto.
Per puntare sulla crescita del settore automotive, la scelta può cadere su un fondo azionario globale che dà un peso importante al settore automotive in portafoglio (categoria Morningstar: Azionari Globali Large Cap):
I fondi azionari globali large cap con maggior esposizione netta all'auto
Prodotto | Peso Automotive | Rendimento 1y |
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Multi Stars SICAV - Alexander A EUR Cap | 12,84% | 21,87% |
Harris Associates Glbl Eq Fd RE/A USD | 10,54% | 35,95% |
Consultinvest Global C | 9,62% | 30,08% |
AZ Fd1 Global Growth Selector A-AZ Fd Ac | 8,03% | 28,05% |
Woodpecker Capital Pure Equity EUR A Acc | 7,60% | 33,45% |
DB Platinum CROCI Sectors I2C | 6,53% | 37,57% |
Mistral Global Equity Fund USD P | 6,36% | 36,98% |
Symphonia Fortissimo | 5,72% | 30,71% |
UBS (Lux) ES Glbl Inc $ P-acc | 4,94% | 20,08% |
Nomura Fds Glbl Hi Conviction I USD Acc | 4,61% | 24,15% |
Oyster World Opportunities C Usd Hp | 4,28% | 35,24% |
HSBC GIF Economic Scale Index Global Equity | 4,05% | 3,58% |
Invesco Global Opportunities C USD Acc | 3,85% | 35,41% |
Franklin Global Equity Strategies Fund Classe A (acc) | 3,72% | 34,14% |
Perkins Global Value A USD | 3,65% | 17,00% |
Schroder ISF Glbl Demo Opps A$ | 3,59% | 24,19% |
OYSTER Global High Dividend R EUR HP | 3,48% | 14,30% |
Russell OW Glbl High Dividend Eq C EUR | 3,45% | 19,44% |
MainFirst Global Equities Fund A | 3,,41% | 20,13% |
CSIF (Lux) Equities World Fdmtl DB USD | 3,40% | 34,16% |
Note
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