Il 2025 potrebbe segnare una svolta critica per l’economia globale. Le tensioni geopolitiche, le prospettive di crescita incerte e la possibilità concreta di una nuova recessione si intrecciano in un contesto complesso, alimentato anche da fattori esogeni come i dazi commerciali e i timori inflazionistici. Mentre la Cina apre a possibili trattative con gli Stati Uniti per allentare le tensioni sui dazi, i mercati sembrano già scontare uno scenario economico decisamente cupo.
Un sondaggio allarmante: i gestori temono un ritorno agli anni ’90
Secondo l’ultima edizione del Bank of America Global Fund Manager Survey, condotta tra il 4 e il 10 aprile 2025, l’82% degli intervistati prevede un indebolimento dell’economia globale, il valore più alto degli ultimi 30 anni. Inoltre, il 42% ritiene probabile una recessione, un dato che colloca questo timore al quarto livello più elevato degli ultimi due decenni.
Non solo: le aspettative di inflazione sono ai massimi da giugno 2021, e ben il 41% degli investitori si aspetta almeno tre tagli dei tassi da parte della Federal Reserve in risposta a un peggioramento delle condizioni di liquidità.
Un altro dato chiave: il sentiment degli investitori è tra i peggiori di sempre, superato solo nei momenti più drammatici del 2001, 2009, 2019 e 2022.
Il punto di vista di Morgan Stanley e Goldman Sachs
Anche i colossi di Wall Street condividono un outlook prudente. Secondo gli analisti di Morgan Stanley, il rischio di recessione per l’economia statunitense nel secondo semestre del 2025 è in netto aumento, in parte a causa della debolezza del settore manifatturiero e del rallentamento della spesa dei consumatori. Inoltre, il team di strategist ha sottolineato come il contesto globale stia mettendo sotto pressione i profitti aziendali, suggerendo un approccio difensivo sugli investimenti.
Dall’altra parte, Goldman Sachs resta più ottimista ma invita alla cautela: pur non prevedendo una recessione severa, riconosce che il rallentamento è ormai evidente in diversi indicatori macroeconomici, e invita gli investitori a privilegiare la qualità e la liquidità nei portafogli, rafforzando le posizioni in titoli a grande capitalizzazione e in settori resilienti come tecnologia e healthcare.
Asset allocation e strategia: la fuga dalle azioni verso le obbligazioni
Le preferenze degli investitori rivelano un cambio netto nell’allocazione degli asset. L’allocazione globale in titoli azionari ha toccato il minimo da luglio 2023, mentre quella obbligazionaria ha registrato un’impennata record. Particolarmente significativa è la diminuzione dell’esposizione agli asset ciclici a favore di quelli difensivi, una strategia classica nei momenti di turbolenza.
Un altro indicatore chiave è il livello di liquidità, salito al 4,8%, segnando il maggiore incremento bimestrale dal periodo pandemico (aprile 2020). Livelli simili sono stati registrati solo nei momenti di crisi: nel 2008, 2012 e più recentemente nel 2022.
Le aspettative per il 2025: atterraggio duro o crisi vera e propria?
I gestori dei fondi sembrano ormai convinti che la probabilità di un atterraggio duro dell’economia globale sia più concreta che mai: il 49% prevede un forte rallentamento, contro l’11% di marzo. Le aspettative di un “atterraggio morbido” sono crollate al 37%, e solo il 3% pensa che non ci sarà alcun impatto.
Il cambio di rotta rispetto al mese scorso è evidente: se a marzo il 52% degli intervistati riteneva improbabile una recessione, ora il 42% la dà per quasi certa. Per approfondire il significato di recessione tecnica e le sue implicazioni, puoi leggere il nostro articolo dedicato.
Oro e argento sono indicatori di recessione?
Nel contesto attuale, l’oro e l’argento si stanno comportando come classici termometri di tensione economica. Come riportato da Bloomberg, i recenti rialzi dei metalli preziosi stanno lanciando un segnale chiaro: i mercati stanno prezzando una potenziale recessione negli Stati Uniti. Storicamente, quando gli investitori si rifugiano nell’oro, è spesso per timore di crolli nei mercati azionari, inflazione fuori controllo o eventi geopolitici. Il rally dell’oro e dell’argento di inizio 2025 può quindi essere interpretato come una reazione di difesa a un contesto economico globale fragile e in deterioramento.
Recessione: come investire in tempi di incertezza?
In uno scenario economico che prefigura un potenziale shock simile a quello vissuto nei primi anni 2000 o durante la crisi del 2008, una strategia prudente prevede:
- Sovrappesare titoli difensivi, come sanità, utilities e beni di consumo di prima necessità.
- Aumentare l’esposizione obbligazionaria, specialmente in strumenti a breve termine o indicizzati all’inflazione.
- Diversificare in asset rifugio, come oro e valute forti, e tenere sotto controllo la volatilità.
- Monitorare il dollaro statunitense, che secondo il 61% degli investitori potrebbe deprezzarsi nei prossimi 12 mesi – un dato che non si vedeva dal 2006.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il 2025 si presenta come un anno cruciale per i mercati globali. Con aspettative di recessione ai massimi storici, inflazione ancora elevata, grandi banche d’investimento divise sul futuro e tensioni internazionali persistenti, gli investitori dovranno muoversi con cautela. Monitorare segnali di mercato, come l’andamento dell’oro o le mosse della Fed, sarà essenziale per navigare con successo la prossima fase del ciclo economico.
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Note
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