L’elezione di Donald Trump ha già innescato importanti reazioni nei mercati globali e gli investitori si trovano ora ad affrontare incertezze significative legate alla politica fiscale, ai dazi e alle tensioni commerciali e alla direzione della politica monetaria. Le analisi di Schroders, Amundi, e AcomeA evidenziano come l’amministrazione Trump 2 potrebbe influenzare il quadro economico globale e le scelte di investimento.

Politica dei tassi di interesse e Fed sotto pressione

Donal Trump non è ancora rientrato alla Casa Bianca ma il duello a distanza con il presidente della Federal Reserve (Fed), Jerome Powell, è già cominciato. La Fed a novembre ha confermato la politica di taglio dei tassi con un ribasso di 25 punti base portando il costo del denaro in una forchetta fra il 4,50% e il 4,75%. Per gli analisti, la Fed dovrebbe tagliare ancora a dicembre e poi rallentare nel corso del 2025. Ma Powell sembra deciso a continuare per la sua strada ed è pronto a resistere anche a eventuali richieste di dimissioni da parte di Trump.

Secondo l’analisi dei gestori, la politica dei tassi di interesse giocherà un ruolo fondamentale. Amundi e Schroders prevedono che l’amministrazione Trump, supportata da un possibile “red sweep” (controllo repubblicano della Casa Bianca e del Congresso), potrebbe spingere la Fed a mantenere una politica restrittiva per contrastare l’inflazione generata da eventuali politiche fiscali espansive e nuovi dazi.

AcomeA, invece, evidenzia che i rendimenti a lungo termine stanno già mostrando segnali di aumento, con un forte steepening della curva dei tassi. In questo contesto, i Treasury USA stanno registrando un aumento di rendimento, spinti dalla combinazione di aspettative di inflazione e dall’aumento del deficit federale, incentivato dalle politiche fiscali espansive di Trump.

Inflazione e rischio di stagflazione

La curva dei tassi è solo uno degli aspetti di cui gli investitori devono tenere conto nella nuova era Trump. Il rischio di un’inflazione persistente e l’eventualità di una stagflazione sono elementi chiave nelle previsioni. Amundi sottolinea che un aumento dei dazi unito a politiche migratorie restrittive potrebbe causare un aumento dei prezzi interni, innescando una pressione inflazionistica, che la Fed potrebbe cercare di contenere. Schroders aggiunge che Trump potrebbe mirare a politiche fiscali reflazionistiche, come ulteriori tagli alle tasse, che aumenterebbero la domanda, alimentando ulteriormente l’inflazione.

D’altra parte, AcomeA suggerisce che, sebbene i dazi possano essere inflazionistici, la Fed potrebbe attendere prima di intervenire, lasciando che la politica commerciale faccia il suo corso prima di reagire con aumenti significativi dei tassi. Tuttavia, AcomeA mette in guardia su un possibile impatto negativo sui mercati azionari europei, più vulnerabili alle fluttuazioni dei tassi a lungo termine.

Impatto della guerra dei dazi e prospettive di crescita

Le politiche commerciali sono una priorità per Trump, e gli analisti concordano sul fatto che una nuova guerra dei dazi potrebbe avere effetti destabilizzanti. Amundi prevede che la Cina, principale bersaglio delle politiche protezionistiche di Trump, potrebbe adottare misure di difesa come svalutazioni della valuta o stimoli interni per attutire l’impatto dei dazi.

Tuttavia, le economie asiatiche più aperte, come Corea e Taiwan, subirebbero forti pressioni, mentre paesi meno integrati come l’India sarebbero relativamente meno vulnerabili. Schroders osserva che la politica commerciale di Trump potrebbe frenare la crescita globale, spingendo la Cina a reagire attraverso misure di stimolo e il riorientamento degli scambi. Ciò aggiungerebbe tensioni alle relazioni transatlantiche, con ripercussioni per i mercati europei, in particolare in Germania, un’economia fortemente dipendente dalle esportazioni.

Le ricadute sugli investimenti: azioni, obbligazioni e valute

Servono strategie per adattarsi all’era Trump 2. Schroders resta cautamente ottimista sull’azionario statunitense, ritenendo che i tagli fiscali e la deregolamentazione potrebbero sostenere i titoli di banche e Piccole e medie imprese (PMI). Tuttavia, la società evidenzia anche i rischi per i margini aziendali in settori esposti ai dazi, come l’automotive e la tecnologia. Amundi prevede un dollaro forte, soprattutto contro le valute dei mercati emergenti, e sottolinea l’opportunità di investire in azioni con una forte esposizione domestica negli Stati Uniti.

I mercati asiatici emergenti, esposti alle catene di approvvigionamento globali, saranno invece più vulnerabili agli shock tariffari. Anche per i Treasury, Amundi vede un contesto di rendimenti elevati a breve termine, ma pone dei dubbi sulla sostenibilità del debito USA nel lungo periodo. AcomeA, infine, suggerisce una strategia di posizionamento su titoli a lungo termine USA e vede opportunità nei titoli corporate di medio-lungo termine con rating BB-BBB, che offrono rendimenti appetibili rispetto agli equivalenti europei.

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Autore

Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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