Dopo un inizio 2023 brillante, dalla metà di marzo i mercati sono nuovamente in difficoltà. Vediamo in particolare l’analisi di mercato del mese:
- Borse ancora in positivo. Tra i principali listini mondiali in valuta, circa la metà registra variazioni positive in marzo: i risultati migliori sono ottenuti dagli indici USA, soprattutto grazie alle sorelle del big tech che trascinano il Nasdaq (+10% circa). Oltre al rimbalzo di Mosca, che recupera le perdite da inizio anno, spiccano anche le performance discrete di Hong Kong, Taiwan e Tokyo. Mentre l’Europa continentale e le restanti piazze asiatiche viaggiano attorno alla parità, sono i Paesi mediterranei, insieme ad Vienna e Londra, a cedere maggior terreno, con perdite che sfiorano la doppia cifra.
- Argento e oro vincono tra le materie prime. Tra le commodities l’argento domina gli scambi ed allunga di quasi 17 punti percentuali. Anche l’oro e gli altri metalli preziosi raccolgono la fiducia degli investitori, mentre il gas naturale cede circa il 20%; dall’inizio del 2023 la perdita è di circa la metà del valore e quota ora sui minimi dal settembre 2020. Interessanti, anche se non eccezionali, le dinamiche che riguardano gli Etf. Gli Etc sull’argento, come da attese, sono i maggiormente performanti con allunghi di quasi il 14%. I prodotti che invece investono in panieri di commodities conquistano il secondo posto (+10%) grazie alle esposizioni short. Bene anche i leva 3 sugli indici obbligazionari.
- L’euro in recupero. Sul mercato valutario si evidenzia un buon recupero della moneta unica sul dollaro Usa (+2.76% in marzo) e sullo Yuan (+1.54%).
- Gli indici risparmio gestito soffrono. Per quanto riguarda gli indici di categoria azionari a specializzazione geografica, che descrivono l’andamento degli strumenti del risparmio gestito, purtroppo le perdite sono diffuse ed anche consistenti. Solo il 30% delle categorie riesce infatti ad apprezzarsi, ed il rendimento medio scende al -1%, il valore più basso del 2023. I comparti coperti in euro risultano tra i migliori, con timidi allunghi.
- La gara tra prodotti globali e settoriali. L’equity europeo scivola in fondo al ranking, con perdite che sfiorano l’8%, come nel caso della Norvegia. I prodotti con politiche globali risultano tra i migliori, ed in generale il focus su società ad elevato potenziale di crescita e sulle large cap godono di un certo vantaggio competitivo. Le specificazione settoriali disegnano un quadro ampiamente favorevole ai metalli preziosi e ai settori innovativi, primo tra tutti l’intelligenza artificiale, seguito da telecomunicazioni, robotica e IT. Il fintech invece cede oltre il 6%, penalizzato dai crolli registrati sulla finanza (-10%) dopo il caso Silicon Valley.
- Mercati obbligazionari poco tonici. Oltre la metà degli indici di categoria ritraccia ed il rendimento medio mensile è negativo per la prima volta nel 2023. Con risultati anche piacevoli, troviamo i governativi europei con elevate duration (oltre i dieci anni), gli asset inflation linked ed i titoli con un buon merito creditizio. High yield e short term, soprattutto se in dollari Usa, occupano l’ultima parte delle classifiche con perdite di quasi il 5%.
Analisi di mercato: perché i mercati scontano la recessione
Nel complesso l’analisi di mercato di marzo mostra un mese negativo, e le ultime due settimane confermano le diffuse debolezze: ciononostante, l’impostazione dell’anno corrente rimane orientata al rialzo, grazie ai risultati sorprendenti dei primi due mesi. In ottica prospettica, occorre ormai tenere conto che una pur modesta recessione è ora scontata dai mercati. La stagione delle trimestrali è ufficialmente aperta e le prossime sedute saranno cruciali per comprendere il mood degli operatori.
Un calo degli obbligazionari dovrebbe contribuire a sostenere la domanda di bond, ed un conseguente eventuale taglio dei tassi potrebbe far invertire la tendenza. Se lo scenario sul proseguimento del 2023 appare ancora in chiaroscuro, la maggior parte degli analisti guarda con fiducia al 2024. Una strategia prudente potrebbe concretizzarsi nel pianificare e centellinare gli acquisti, in modo da arrivare alla fine del 2023 con ancora un discreto livello di liquidità in portafoglio.
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