Non è una gara in pista, ma poco ci manca. Dopo Wolkswagen adesso è la volta di Renault. Il sospetto di un nuovo scandalo su emissioni truccate ha travolto la casa francese che, in una settimana pessima per tutto il settore dell’auto in Europa ha perso oltre il 20% del proprio valore per poi contenere i danni in un crollo del 15%.
Cosa è accaduto? Nei primi test condotti sui veicoli del marchio francese e di “diversi” altri costruttori esteri è stato osservato “uno sforamento delle norme” sulla Co2 e l’ossido di azoto. Per il ministro dell’Ambiente e Trasporti francese, Ségolène Royal, “non c’è alcuna frode” e “il software truccato non esiste”.
L’indagine, iniziata lo scorso ottobre, però va avanti. Gli stabilimenti Renault del centro ingegneristico di Lardy a sud di Parigi, il tecnocentro di Guyancourt e quelli di Plessis-Robinson e Boulogne-Billancourt sono stati perquisiti. E il caso è diventato un affare di Stato. La ragione? La Francia si è sempre atteggiata a prima della classe nella tutela del clima dopo i successi della Cop21 e dopo il caso Volkswagen era stata la più dura con i rivali tedeschi.
Il caso Renault non sarà l’unico a sconvolgere il settore. Perché l’indagine partita lo scorso autunno è stata effettuata su 22 vetture di otto costruttori: Renault, Psa, Volkswagen, Mercedes, Ford, Opel e Bmw. I test continueranno fino ad arrivare a un campione di 100 veicoli con altri quattro marchi sottoposti all’esame: Nissan, Volvo, Suzuki e Fiat. L’esito finale sarà pubblicato al termine dei controlli, così come le iniziative assunte dai gruppi automobilistici per rientrare nelle norme sui livelli di anidride carbonica e ossido di azoto.
Come era accaduto nel caso Volkswagen (Leggi qui l’approfondimento di Online Sim) per i fondi, il problema non è legato tanto alla presenza del titolo francese in portafoglio, anzi. C’è chi vede nella correzione violenta del titolo, che pesa appena l’1,34% sull’indice Cac 40, l’equivalente della Borsa francese dell’italiano Mib 30, dove sono racchiusi i titoli a maggiore capitalizzazione della Borsa francese, una opportunità di acquisto. Nelle tabella elaborata da Morningstar i fondi che sono più esposti sul titolo Renault sono venduti in Italia.
I fondi più esposti su Renault
Nome fondo | Società di gestione | Peso % in portfoglio |
---|---|---|
Fonditalia Euro Cyclicals T | Fideuram Asset management (Ireland) Ltd | 5,12% |
Henderson Horizon Euroland G2 EUR Acc | Henderson Management SA | 4,34% |
Alken Absolute Return Europe A | Alken Luxembourg Sàrl | 4,16% |
Symphonia Lux Sicav Az Best Selection | Symphonia SGR SpA | 4,07% |
Fonte: Morningstar Direct, dati aggiornati al 31 dicembre 2015.
I gestori non temono le sanzioni che potrebbero seguire lo scandalo perchè la storia dimostra che non possono mettere in pericolo la tenuta dei bilanci. Soprattutto nel settore auto. Ma c’è un elemento di criticità in tutta questa vicenda che preoccupa i money manager ed è di tipo strategico. Secondo l’analisi di Morningstar, in alcuni casi i fondi sono eccessivamente esposti al settore auto e questo ha due effetti: uno pratico che porta all’aumento dell’intensità della fase di debolezza, e uno psicologico che scoraggia gli investitori se si sentono troppo esposti su un segmento considerato pericoloso.
Note
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