C’è uno strumento finanziario che si sta facendo sempre più strada nei portafogli di investimento. Si tratta dei certificati, o certificates, che possono essere utilizzati come arma di diversificazione. Questi prodotti finanziari sono versatili e molto flessibili, particolarmente interessanti in fasi di mercato caratterizzate da una certa volatilità.
I certificati non sono però di facile comprensione perché hanno una struttura complessa. Scopri in questo podcast, a cura di Federica De Giorgis e Mattia Rossetti del team Financial Advisory di Ersel, cosa sono, come funzionano e come possono essere utilizzati in un portafoglio ben diversificato.
Cosa sono i certificati
I certificati d’investimento sono derivati cartolarizzati, ossia un mix di contratti finanziari inseriti in un titolo che si può negoziare come un’azione. Di fatto sono contratti derivati incorporati in un titolo e sono scambiati sul mercato regolamentato.
Sono prodotti di investimento nati come alternativa alle soluzioni tradizionali (azioni e obbligazioni, per esempio) e sono emessi da istituzioni finanziarie che si fanno carico dell’obbligo di pagare le cedole periodiche e i rimborsi del capitale investito.
Come funzionano i certificati
I certificati hanno una struttura molto simile a un’obbligazione, ma legano il rendimento al mercato azionario agganciandosi a indici (per esempio, S&P500), singole azioni, ma anche commodities (per esempio, l’oro) o tassi (per esempio, Euribor).
Cosa fa assomigliare un certificato a un’obbligazione?
- Natura e formula di emissione: il certificato viene lanciato sul mercato come un’obbligazione di tipo senior, ovvero titoli di credito che danno all’investitore il diritto di ottenere il rimborso del capitale prima di altri obbligazionisti nel caso in cui l’emittente fallisca o venga messo in liquidazione.
- Cedola periodica e scadenza: il certificato come qualsiasi obbligazione stacca una cedola periodica e ha una scadenza definita.
- Rendimento: come per le obbligazioni deriva in parte dalle cedole e in parte dalla differenza del prezzo di acquisto e vendita del certificato.
Pro e contro dei certificati in portafoglio
Come ogni strumento di investimento anche i certificati hanno dei pro e dei contro. Vediamo quali sono i principali.
Tra gli elementi a favore:
- Diversificazione del portafoglio di investimento in particolare per chi non vuole investire direttamente in derivati.
- Ottimizzazione e protezione del portafoglio di investimento perché sfruttano la natura obbligazionaria soprattutto quando la volatilità è alta.
- Vantaggio fiscale: le cedole dei certificati sono classificate come “redditi diversi” e consentono quindi la compensazione di minusvalenze di portafoglio.
Tra gli elementi contro:
- Difficile valutazione: sono tanti e tali i fattori che determinano il prezzo del certificato che la volatilità e il rischio possono essere elevati.
- Solo in alcuni casi il capitale è garantito: il prezzo del certificato può scendere anche sotto il valore investito inizialmente e quindi il capitale non è garantito. Ci sono però alcuni certificati che offrono una protezione che può essere assoluta (certificati a capitale protetto) o condizionata a un evento (certificati a capitale condizionatamente protetto).
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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