Dopo le trimestrali a Wall Street ci si interroga se sia ancora il caso di parlare di Big Tech. Il mese di ottobre 2022 è stato il peggiore di sempre per le cosiddette FAAMG (Facebook oggi Meta, Amazon, Apple, Microsoft e Google oggi Alphabet) che hanno perso circa 3 mila miliardi di dollari di capitalizzazione.
Cosa è accaduto alle Big Tech nel 2022
- La crisi è evidente per Meta, il nuovo nome di Facebook, a cui fa capo anche Instagram, che proprio in queste settimane ha compito un anno. La svolta strategica al Metaverso impressa da Mark Zuckerberg non piace a stakeholder e consumatori. Il calo dell’utenza è evidente, anche a causa dell’ascesa di TikTok, e il titolo ha perso quasi il 70% del suo valore nel 2022 quotando sui livelli del 2015. La soluzione? Per i grandi azionisti di Meta non ci sono dubbi: tagliare almeno del 20% il personale e ridurre gli investimenti nel Metaverso a “solo” 5 miliardi di dollari all’anno. Zuckerberg sembra ignorare il mercato e tira dritto. La ragione? Nessuna delle Big Tech può festeggiare.
- Amazon ha perso circa il 30% da inizio 2022 – quasi il 20% dopo l’ultima trimestrale. Anche in casa di Jeff Bezos si parla di tagli del personale e di bilanciamento degli investimenti dopo che il titolo ha perso oltre il 30% nel 2022, di cui oltre il 20% dopo l’ultima trimestrale.
- Microsoft che punta tutto sui servizi in cloud a cui il mercato guarda come trend strutturale di lungo termine ha deluso le aspettative sui ricavi in questo segmento. Grazie alla diversificazione sul gaming, altro grande trend strutturale di lungo termine, la trimestrale è andata sopra le attese degli analisti, ma la crescita è lenta (il fatturato 2022 è salito a 50,12 miliardi di dollari, rispetto ai 45,32 miliardi di dollari del 2021).
- Google oggi Alphabet ha riportato numeri deludenti sui ricavi del trimestre (69,09 miliardi di dollari nel 2022 contro i 65,12 miliardi del 2021). Ma ciò che preoccupa sono i dati di YouTube e un aumento di quasi il 25% dei dipendenti del gruppo. Il titolo dopo la trimestrale è sceso oltre l’8%.
Nel 2022 però quasi la metà dei titoli del Nasdaq, il listino tecnologico per eccellenza, perde più del 60% del suo valore. Eppure il progresso tecnologico continua a essere il principale driver di cambiamento dell’economia globale.
Tecnologia e investimenti: cosa sostiene il settore
Nell’ultimo decennio investire sulla tecnologia si è rivelata una scelta vincente, e ci sono ancora diversi punti a favore della tecnologia per chi investe nel lungo termine, secondo o l’analisi di Goldman Sachs e Columbia Threadneedle Investments.
- La correzione è un’occasione di ingresso su aziende del settore con fondamentali solidi che possono fare bene in un contesto di alta inflazione.
- Il rapporto rischio-rendimento dei titoli tecnologici è notevolmente migliorato dopo le forti correzioni di mercato degli ultimi 18 mesi.
- Il settore tecnologico ha sperimentato l’esuberanza prima e il pessimismo da parte del mercato in un breve periodo di tempo.
- La tecnologia è un trend secolare e non una moda passeggera su alcune aree in particolare, l’area dei software di sicurezza ha mostrato buone capacità di recupero.
- Per costruire un portafoglio tecnologico vincente bisogna bilanciare i tanti sotto settori promettenti con alcuni grandi nomi della old economy tecnologica.
IDEE DI INVESTIMENTO
Per bilanciare nella maniera corretta un portafoglio di investimento tecnologico all’interno di una giusta asset allocation scopri i portafogli modello di Online SIM costruiti con diverse asset class e sviluppati sulla base di metodologie quantitative. In questo modo si ottengono diversi gradi di rischio che vengono associati al profilo dell’investitore. Ogni portafoglio adotta strategie di investimento differenti e predilige l’investimento in determinati settori, strumenti, Paesi.
I portafogli modello sono offerti dalle migliori società di gestione (UBS, Pictet, MainStreet Partners, Natixis) comprese quelle specializzate in investimenti ESG.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
Nessun commento