Cos’è l’inflazione e cosa si intende con questo termine? Quali sono le cause principali? La risposta a queste e molte altre domande nella guida completa di Online SIM.

Qual è il significato di inflazione

Nella definizione classica l’inflazione si ha quando c’è un aumento generalizzato e prolungato dei prezzi di qualsiasi bene. La conseguenza è una diminuzione del potere d’acquisto delle persone e una svalutazione delle moneta e più in generale del valore reale delle proprie entrate (stipendio, pensione, investimenti immobiliari, investimenti finanziari).

cos'è l'inflazione

Le conseguenze dell’inflazione

L’inflazione diminuisce la capacità di spesa delle persone e misura l’aumento dei prezzi. Questo significa che con un’inflazione al rialzo si possono comprare meno beni e a valori più elevati. Per esempio, il tasso di inflazione dell’8,9% raggiunto in Italia (dato Istat settembre 2022) implica che ci vogliano 108,9 euro per acquistare un prodotto che prima ne valeva 100.

Sulla base del valore raggiunto dal tasso di inflazione ci sono diverse tipologie di inflazione:

  • Si parla di inflazione crescente, quando il valore supera gli standard imposti dalla Banca centrale di riferimento. Per esempio, la Banca centrale europea (BCE) ha identificato nel 2% il valore corretto per l’inflazione nell’Eurozona. Se il valore resta contenuto fino al 10%, la BCE può intervenire per riportare il valore su livelli ottimali.
  • Si parla di inflazione galoppante quando il tasso supera il 10% e punta velocemente verso l’alto. In questo caso il valore diventa preoccupante anche per la BCE perché la moneta si svaluta troppo in fretta e può creare conseguenze molto negative per l’economia con una riduzione della domanda che si ripercuote sull’offerta.
  • Si parla di iperinflazione se il tasso di riferimento supera il 50%. In questo caso la moneta perde non solo valore, ma anche la fiducia delle persone e innesca una corsa ai beni rifugio, per esempio l’oro. Un’inflazione a questi livelli provoca una netta riduzione dello scambio delle merci e una crisi delle istituzioni finanziarie.

le diverse tipologie di inflazione

Quali sono le cause principali dell’inflazione

Sono tante le cause che provocano l’inflazione. Ci sono ragioni interne ai singoli Paesi, per esempio la scarsità di un bene primario, o ragioni economiche esterne, per esempio lo scoppio di una guerra. In ogni caso, l’inflazione può nascere da una o più di queste cause:

  • uno squilibrio tra domanda e offerta di un prodotto
  • la sfiducia verso la moneta di riferimento
  • l’aumento dei prezzi delle materie prime
  • un evento imprevisto che provoca uno shock economico

Il balzo dell’inflazione nel 2022 risente del lungo periodo di pandemia e ha delle cause oggettive:

  • la rapida riapertura delle attività economiche post emergenza che ha fatto crescere la domanda più rapidamente dell’offerta
  • l’interruzione della catena di approvvigionamento (supply chain) industriale a livello globale
  • il rialzo dei prezzi delle materie prime, in particolare dei beni energetici (petrolio, gas, elettricità)

A queste cause si è aggiunto il conflitto Russia-Ucraina che ha ulteriormente inasprito i rincari delle materie prime (gas in particolare) e complicato i rapporti economici a livello globale.

Come si calcola il tasso di inflazione

Per misurare l’inflazione si confronta la variazione dei prezzi anno su anno. Una delle motivazioni per cui nel 2022 il tasso di inflazione è cresciuto molto deriva anche da questo. Nel corso dei due anni di pandemia, infatti, i prezzi erano scesi molto.

La variazione dei prezzi anno su anno si calcola prendendo come punto di riferimento un paniere di beni e servizi che le persone utilizzano. In Italia questo paniere è stabilità dall’ISTAT. Ad ogni bene e servizio viene attribuito un peso all’interno del paniere che indica l’importanza di un prodotto o di un servizio in un dato momento. Il peso che può cambiare nel tempo.

La composizione del paniere, infatti, viene rivista periodicamente con l’ingresso di nuovi beni e l’uscita di altri che non sono più nei desideri dei consumatori. Per esempio, nel 2022 sono entrati nel paniere il saturimetro, la sedia da computer e i test sierologici; mentre sono usciti i compact disc.

Per calcolare l’inflazione si controlla la variazione dei prezzi dei singoli beni/servizi del paniere, tenendo in considerazione la spesa per ciascuno di questi beni e il prezzo pagato (costo).

In particolare, partendo dal paniere di beni e servizi si calcolano:

  • l’indice dei prezzi al consumo (IPC) che misura la variazione dei prezzi dei beni di consumo e servizio (per esempio, cibo e benzina)
  • l’indice dei prezzi alla produzione (IPP) che misura la variazione media dei prezzi pagati dalle imprese per le materie prime utilizzate per produrre i beni

L’ISTAT produce tre diversi indici: l’indice dei prezzi al consumo per l’intera collettività (NIC); l’indice armonizzato dei prezzi al consumo (IPCA) e l’indice dei prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati (FOI). L’indice NIC è quello utilizzato per la misura dell’inflazione nazionale e nel 2022 misura la variazione dei prezzi di un paniere di 1.772 prodotti elementari rappresentativi di tutti quelli consumati dalle famiglie.

Come e quando scende l’inflazione

Per riportare l’inflazione su livelli considerati ottimali è evidente che devono cambiare le condizioni degli eventi che hanno creato il rialzo dei prezzi.

In questa fase di mercato, la discesa dei prezzi dell’energia è determinante per riequilibrare l’inflazione. L’intervento delle banche centrali come la BCE è il modo più comune per riportare sotto controllo l’inflazione. In particolare, l’uso di una politica monetaria restrittiva da parte delle autorità monetarie è la strada maestra. In pratica, si riduce l’offerta di moneta all’interno di un’economia o aumentando i tassi di interesse, si frena l’aumento dei prezzi.

La Banca Centrale Europea nei prossimi mesi potrebbe confermare estremamente aggressiva con un rialzo previsto di 75 punti base che porterebbe i tassi di riferimento ben oltre il 2%. La missione della BCE è mantenere stabili i prezzi con un obiettivo di inflazione del 2% a medio termine.

Cos’è la deflazione

Il contrario dell’inflazione è la deflazione. Ma cosa significa? La definizione economica è apparentemente positiva: vuol dire che i prezzi scendono e il potere d’acquisto dei consumatori aumenta. Ma si tratta di una finta positività perché la deflazione è sinonimo di un’economia che non sta bene.

Basta prendere in mano un manuale di economia qualsiasi per rendersi conto che una situazione sana presuppone un tasso di inflazione vicino al 2%. E proprio rincorrendo il 2% le banche centrali negli ultimi dieci anni hanno in campo tutte le possibili manovre di politica monetaria, agendo sui tassi di interesse, per garantire una stabilità dei prezzi che vuol dire anche una stabilità economica per imprese e consumatori.

Quali sono le previsioni dell’inflazione in Italia e nell’Eurozona

Nel caso dell’Europa, la BCE ritiene che, per l’Eurozona, l’inflazione sarà del 7,1% a fine 2022, contro l’attuale 8,9%. Nel 2023 l’inflazione in Europa dovrebbe scendere al 2,7% mentre l’obiettivo del 2% non arriverà prima del 2024.

Se si guarda all’Italia, l’inflazione media nel 2022 è al 7,5% e secondo le stime di Confindustria dovrebbe scendere al 4,5% nel 2023.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

*Articolo pubblicato originariamente a ottobre 2022 e sottoposto e successive revisioni 

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