Il mercato cinese sta diventando un dilemma amletico per gli investitori. Investire in Cina o non investire in Cina? Se si guardano alle performance dell’ultimo anno, il rialzo del 70% della Borsa fa pensare a un’occasione persa. Questo soprattutto per chi non è entrato in piena pandemia. Ma le nuove regole di mercato imposte dal Governo di Pechino e il caso Didi fanno immaginare un futuro più lento per le aziende più promettenti del Paese.
I grandi gestori si dividono
Per BlackRock, il più grande gestore del mondo, non ci sono dubbi: la Cina è il mercato in cui essere. Tanto che la società americana ha appena chiuso a 6,6 miliardi di yuan (circa 1 miliardo di dollari) la raccolta del suo primo fondo comune cinese. Per George Soros, grande vecchio degli investimenti americani con il Soros Fund oltre che fondatore e consigliere del Quantum Group, la scelta di BlackRock è scellerata e un tragico errore che può danneggiare i clienti e l’economia Usa. Da che parte stare?
Le opinioni divergenti di due dei gestori del risparmio americani più influenti al mondo sono lo specchio del dilemma sulla più grande economia asiatica. Da una parte, infatti, il governo cinese ha reso più facile per gli investitori stranieri investire in azioni del Paese. Dall’altra sta anche imponendo misure restrittive alle aziende e si scontra con gli Stati Uniti su tutto. A partire dalla sicurezza informatica alle violazioni dei diritti umani.
Gli obiettivi della Cina
Non c’è dubbio che la Cina si sia posta obiettivi di crescita importanti nel lungo termine. Raddoppiare il Prodotto interno lordo (PIL) entro il 2035 e questo significa, secondo l’analisi di Amundi, che la crescita annua deve passare dall’attuale 5,5% annuo al 4% con un rallentamento programmato che si basa su tre pilastri.
- Spostare la crescita verso una maggiore qualità, investendo nel capitale umano, con una popolazione che, secondo le stime, raggiungerà il picco nel 2026.
- Cambiare la diffusione della ricchezza con un aumento della quota del reddito medio attraverso la redistribuzione del gettito fiscale, una riduzione degli squilibri urbani-rurali e regionali e un rafforzamento delle normative (antimonopolio, anticorruzione).
- Sviluppare un meccanismo di credito più efficiente. Un mercato finanziario aperto è indispensabile per disinnescare i rischi finanziari.
IDEE DI INVESTIMENTO
Le nuove regole del Governo cinese per le aziende del Paese portano verso un capitalismo più sostenibile. Questo in linea con quanto sta accadendo in Europa e Usa. Il segnale di un cambio di pelle in corso al momento spaventa i mercati. Secondo l’analisi di Comgest, il mercato ha reagito in modo eccessivo alle recenti normative cinesi e molte delle nuove regolamentazioni più quelle attese dovrebbero avere un impatto limitato.
La maniera migliore per mitigare gli effetti delle nuove regole, secondo Comgest, è utilizzare un approccio di investimento che preveda l’integrazione dei fattori ESG in modo da contenere il rischio. Secondo l’analisi di Raiffeisen Capital Management, il rallentamento della ripresa cinese e le riforme di Pechino hanno intaccato la fiducia degli investitori. Le politiche di sostegno fiscale e monetario del Governo cinese dovrebbero creare nel lungo termine un contesto favorevole per tutto il settore dei mercati emergenti.
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Note
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