C’è un enigma che condiziona i mercati in queste settimane e ha un nome: inflazione. La prospettiva di una brusca ripresa delle pressioni inflazionistiche sta iniziando a preoccupare i grandi investitori, ed è l’America in particolare, l’area su cui prestare maggiore attenzione. Secondo l’analisi di Patrick Zweifel, Chief Economist di Pictet Asset Management, uno stimolo fiscale e monetario senza precedenti per contenere le conseguenze della pandemia di COVID-19 ha portato gli investitori a temere che il calo pluridecennale delle pressioni inflazionistiche possa compiere un’inversione. Ci si interroga quindi su come prepararsi a questo cambio di rotta.
Una delle ipotesi è che il mix di prezzi in aumento e crescita economica modesta favorisca le materie prime e l’oro. Dando così impulso non solo agli investimenti difensivi, per esempio il settore immobiliare residenziale, le azioni e le obbligazioni ad alto rendimento.
Lo scenario più probabile per i prossimi trimestri 2021
In particolare Pictet Asset Management ha disegnato lo scenario più probabile nei prossimi trimestri del 2021 e l’impatti su nove asset class (materie prime, oro, S&P 500, Treasury USA, credito high yield USA, credito investment grade, obbligazioni indicizzate all’inflazione, mercati monetari e immobiliari) guardando cosa è accaduto storicamente all’inflazione e alla crescita economica degli Stati Uniti dal 1950.
Dall’analisi emerge che:
- Le materie prime hanno generato rendimenti annui del 14%, l’S&P 500 è salito del 13%, l’high yield e l’oro sono saliti di circa l’11% e il settore immobiliare è cresciuto del 7%. Si tratta infatti del secondo miglior contesto economico sia per le azioni sia per il credito high yield, il che suggerisce che qui la crescita è un fattore più importante dell’inflazione.
- Al contrario, le obbligazioni indicizzate all’inflazione, i Treasury e i mercati monetari hanno evidenziato un andamento non soddisfacente in tale contesto.
- Sebbene i mercati monetari siano correlati positivamente all’inflazione, i loro rendimenti reali nei periodi di prezzi in crescita ed elevati sono leggermente negativi. Per contro, obbligazioni indicizzare all’inflazione, attività immobiliare, materie prime e oro hanno tutti messo a segno rendimenti positivi durante i periodi inflazionistici, a due cifre per gli ultimi due. Inoltre, le materie prime, l’attività immobiliare e l’oro continuano a mostrare una correlazione positiva con l’inflazione anche con un ritardo, vale a dire che i loro rendimenti futuri aumentano e diminuiscono di pari
- Nelle fasi di mercato in cui l’inflazione è elevata e la crescita bassa, l’oro e le materie prime hanno generato rendimenti annui del 19%, le obbligazioni indicizzate all’inflazione dell’8% e i Treasury del 7%. In questi periodi, il credito high yield, i mercati monetari e i titoli azionari hanno registrato la performance peggiore.
Come ottimizzare il portafoglio
Al di là del rendimento, il momento è giusto per calibrare il portafoglio bilanciando la propria prospettiva sull’inflazione e l’aspettativa del mercato. Secondo l’analisi di Alessandro Tentori, CIO di AXA IM Italia, ciò che conta è posizionare il portafoglio sulle aspettative di inflazione, dato che l’inflazione misurata – per esempio la variazione annua dell’indice dei prezzi al consumo negli Stati Uniti – ha subito una accelerazione oltre la soglia del 2% solo nel mese di marzo. Secondo AXA IM Italia, investire in titoli indicizzati all’inflazione offre protezione da una sorpresa di inflazione.
Come funzionano le obbligazioni indicizzate all’inflazione:
- Queste obbligazioni sono sensibili tasso d’interesse reale: alla cedola viene aggiunta in maniera progressiva una componente d’inflazione proprio per limitare questa sensibilità.
- Quando i tassi d’interesse salgono le obbligazioni legate all’inflazione tendono a sottoperformare, sebbene meno rispetto alle obbligazioni nominali. Quindi l’utilizzo delle obbligazioni indicizzate espone l’investitore al rischio di duration.
- Un aumento dell’inflazione comporta anche un rialzo dei rendimenti nominali sulle obbligazioni benchmark. Un inflation-linked bond tenderà a performare meglio di un bond nominale, anche se la perfomance assoluta potrebbe risultare negativa, come è accaduto da inizio 2021.
- Nel caso l’inflazione aumentasse ben oltre le aspettative del mercato, andrebbe ad aumentare la performance delle obbligazioni inflation-linked che salgono se sale l’inflazione o le aspettative.
IDEE DI INVESTIMENTO
Il portafoglio ideale oggi ha un’esposizione all’inflazione. Un’esposizione alle obbligazioni inflation linked è la strada più semplice e le prospettive su questi bond, secondo l’analisi di Alexandra Muchna, fund manager Rates & FX di Raiffeisen Capital Management, sono positive per il 2021 mentre c’è cautela su quanto potrà accadere nel 2022, poiché la maggior parte dell’aumento dell’inflazione di quest’anno è di natura una tantum ed è improbabile che si traduca in aspettative di inflazione più elevate nell’economia in generale.
Per investire in obbligazioni indicizzate all’inflazione ci sono fondi obbligazionari specializzati che guardano sia all’area euro sia a livello globale.
La Top 5 dei fondi obbligazionari inflation linked
Prodotto | Rendimento 1y | Rendimento YTD |
---|---|---|
Amundi Funds Bond Euro Inflation Classe G EUR Acc | 12,55% | 0,61% |
BNP Paribas Euro Inflation-Linked Bond Classe Classic Eur Acc | 11,28% | 0,95% |
Axa Wf Global Inflation Bonds Classe A Acc | 7,80% | 3,06% |
Bgf Global Inflation Linked Bond Fund Eur Classe E2 | 6,41% | 0,21% |
Amundi Funds Bond Global Inflation Classe G EUR Acc | 5,67% | -2,69% |
Scopri la i portafogli modello, il servizio più indicato per accompagnarti nelle scelte di investimento in base alle tue esigenze e ai tuoi obiettivi.
Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
Nessun commento