Nell’ultimo mese il prezzo dell’oro ha corretto circa del 3%, scendendo a 1.800 dollari l’oncia. Eppure, il consensus degli analisti prevede un rialzo a 3.000 dollari e le società aurifere potrebbero beneficiarne. L’oro è ancora un rifugio in questa fase di mercato? Secondo l’analisi di Joe Foster, Portfolio manager e Strategist di VanEck, geologo e gestore da oltre quarant’anni nel settore aurifero, l’oro e ancora di più i titoli auriferi hanno un futuro luminoso per una ragione: l’inflazione resterà bassa ancora per lungo tempo. La tesi di VanEck si basa su uno scenario deflazionistico e, guardando al recente passato, un prezzo, che abbia come punto di arrivo 3.400 dollari all’oncia è ragionevole soprattutto se si misura l’inizio di questo mercato rialzista dai minimi del 2015, perché le analogie con il rialzo del 2001-2008, quando l’oro è aumentato di oltre il 200%, sono molte.

A guidare la domanda di oro c’è senza dubbio l’incertezza sul futuro dell’economia che deriva dal coronavirus ma anche i tassi di interesse ai minimi e un’inflazione praticamente ferma. Accanto a questi fattori c’è anche la debolezza del dollaro, nell’anno delle elezioni presidenziali americane, più difficili di sempre, e un crescente livello di indebitamente dei Paesi a livello globale, con emissioni mirate a combattere la crisi da virus.

A favore dell’aumento del prezzo dell’oro gioca anche un altro fattore: il metallo giallo continua a essere un bene scarso – non ci sono state scoperte di nuovi giacimenti dal 2016 a oggi – mentre le società aurifere, che tradizionalmente compongono il portafoglio dei fondi specializzati in materie prime, secondo l’analisi di VanEck, dopo un periodo di consolidamento e di riorganizzazione fiscale e manageriale a livello globale, ora sono più forti.
La correzione del prezzo dell’oro in queste ultime settimane rappresenta un’occasione di investimento anche per Elmar Peters, gestore team multi-asset di Flossbach von Storch AG, secondo il quale l’oro è denaro contante per un investitore di lungo termine perché consente di conservare il valore reale del capitale.

Per questa ragione, secondo l’analisi di Flossbach von Storch, non bisogna guardare in maniera ossessiva alle temporanee oscillazioni del prezzo per oncia in euro, perché il valore dell’oro è sempre stato una certezza durante le crisi monetarie e in una fase di mercato dominata da politiche monetarie sempre più espansive e alti tassi di indebitamento degli Stati, diversificare una parte del portafoglio in oro significa scegliere di attutire i rischi conservando il capitale.
Nicolas Robin, gestore di portafoglio di Columbia Threadneedle Investments, pone l’accento su un altro fattore chiave che spinge l’oro e in generale le materie prime: la pandemia ha provocato un calo talmente pronunciato dell’attività economica che la domanda di materie prime potrebbe richiedere alcuni anni per tornare alla normalità. Inoltre, il settore delle materie prime in questa fase è sostenuto da politiche fiscali che puntano a stimolare la ripresa economica e questo vale per tutti i metalli preziosi e per l’oro in particolare.

IDEE DI INVESTIMENTO

Il mercato delle materie prime ha già messo a segno un rimbalzo considerevole nel corso del 2020 e, secondo il consensus dei gestori, il rialzo che è destinato a proseguire con la ripresa dell’economia post pandemia; questo gioca a favore sia dell’oro fisico sia delle società aurifere che saranno sostenuti da questo andamento almeno fino alla fine del 2021. Investire in titoli auriferi attraverso un fondo può fornire vantaggi in termini di rischio/rendimento, tenendo presente che l’oro fisico è meno volatile, mentre le azioni aurifere sono più volatili, ma hanno storicamente sovraperformato l’oro durante i cicli del mercato al rialzo perché possono fare leva non solo sul prezzo del metallo, ma anche sui profitti delle singole aziende.

Per investire sull’oro attraverso un fondo ci sono prodotti specializzati in metalli preziosi. Questi fondi mettono in portafoglio titoli di società che estraggono oro e altri metalli preziosi (Categoria Morningstar Azionari settore metalli preziosi) Il vantaggio è investire su un portafoglio diversificato di aziende selezionate a livello globale che non puntano esclusivamente sull’oro.

La Top 10 dei fondi che investono in metalli preziosi

ProdottoRendimenti 1yRendimento YTD
Franklin Gold and Precious Metals Fund A (acc) USD32,58%26,07%
Franklin Gold and Precious Metals Fund A (acc) EUR-H132,42%25,92%
Lo Funds World Gold Expertise (usd) Classe R31,09%36,49%
Ninety One Global Strategy Fund - Global Gold Fund A Acc USD30,90%28,81%
Edmond de Rothschild Goldsphere R27,44%29,41%
Schroder International Selection Fund Global Gold A1 Accumulation USD25,62%27,04%
Bgf World Gold Classe A2 Usd24,52%29,75%
Bgf World Gold Fund Eur Classe E2 EUR (€)23,88%29,29%
Invesco Gold & Precious Metals Fund Classe R Usd23,83%25,11%
Amundi Funds CPR Global Gold Mines Classe Su23,67%26,37%
Nella tabella, i migliori fondi azionari che investono in oro e metalli preziosi ordinati per rendimento a un anno. Dati in euro aggiornati a settembre 2020. Fonte: Morningstar.

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Note

Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.

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Roberta Caffaratti

Roberta Caffaratti

Competenze:
Giornalista segue da oltre 20 anni le dinamiche del mercato del risparmio gestito, della consulenza finanziaria e dei protagonisti del mondo degli investimenti. Per Online SIM scrive di scenari e storie di mercato, megatrend e idee di investimento, educazione finanziaria.

Esperienza:
É stata caporedattore di Bloomberg Investimenti e poi vicecaporedattore di Panorama Economy (Gruppo Mondadori).
Nel 2015, dopo la lunga carriera nella carta stampata economica, è passata alla comunicazione come responsabile delle attività di editoria aziendale e di content marketing di Lob Pr+Content occupandosi di progetti editoriali in diversi settori (risparmio, finanza, assicurazioni).
Dal 2015 cura la redazione dei contenuti del Blog di Online SIM, che oggi conta oltre 1200 articoli.

Formazione:
Ha una laurea in lingue e letterature straniere e una specializzazione in giornalismo.

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