L’alfabetizzazione economico-finanziaria deve permettere all’individuo di capire il funzionamento dei prodotti e dei servizi offerti dall’industria e di metterlo nella condizione di sapere dove trovare le informazioni di cui necessita. I contenuti pubblicati in questa nuova sezione del Blog toccheranno di volta in volta una delle quattro componenti dell’educazione finanziaria indicate qui di seguito. L’obiettivo è portare i lettori ad interessarsi della propria “forma finanziaria”, aiutandoli a svolgere delle attività che sono fondamentali come lo sono quelle motorie per la salute fisica. Così ognuno potrà seguire il metodo di allenamento più adatto alle proprie caratteristiche. In fondo, stiamo parlando di finanza personale.

1. Conoscenze economico-finanziarie

Per essere abili dal punto di vista finanziario è necessario innanzitutto disporre di un set minimo di conoscenze. L’alfabetizzazione economico-finanziaria di base deve permettere agli individui di comprendere i principi e i concetti fondamentali della materia, rappresentati ad esempio dal valore temporale del denaro, dalla relazione tra rischio e rendimento. Come risulta da numerosi studi che confrontano la preparazione dei giovani e degli adulti a livello internazionale, gli italiani non figurano tra le prime posizioni. Il problema è che per avere una cultura che possa effettivamente far compiere scelte informate e consapevoli è necessario conoscere molto di più, ad esempio il funzionamento e i rischi dei vari strumenti finanziari e le strategie più efficaci per soddisfare certi bisogni.

2. Conoscenze matematico-statistiche

Data la materia, il saper fare di conto è il minimo richiesto. In realtà, si dovrebbe conoscere anche quali operazioni di matematica e misure di statistica possono essere importanti per le decisioni di finanza personale, riuscendo poi ad utilizzarle per i propri scopi. Un’adeguata alfabetizzazione matematico-statistica deve portare ad una piena comprensione di termini tecnici quali ad esempio valore attuale, rendimento geometrico o volatilità dei rendimenti.

3. Stile comportamentale

In situazioni di panico, ovvero in quei casi in cui le persone non hanno nessuna certezza di investire in modo sicuro e si lasciano travolgere dalle emozioni, vengono prese decisioni che sono tutto meno che razionali. Per esempio, la paura di perdere i propri risparmi con una mossa sbagliata è tre volte superiore rispetto alla soddisfazione che deriva da un investimento redditizio. La condizione di incertezza influenza, dunque, notevolmente i comportamenti economici e finanziari.
Avere una discreta cultura finanziaria e matematica sarebbe già un enorme passo in avanti. Conoscere il funzionamento della mente e utilizzare strumenti culturali che aiutino a prevenire decisioni irrazionali è indispensabile per gestire al meglio i propri risparmi.

[Esempio – La tendenza a responsabilizzarsi risulta fondamentale in un campo in cui l’incertezza tipica delle scienze sociali non favorisce delle scelte ovvie, in cui cioè una è sicuramente migliore di un’altra. Impegnarsi, pianificando in anticipo il comportamento che si potrebbe tenere, aiuta a risolvere il dilemma, facendo emergere la soluzione che si potrebbe adattare meglio al nostro caso].

4. Abitudini

Per migliorare lo stile comportamentale, soprattutto se sono già presenti dei problemi in tal senso, si consiglia di introdurre delle pratiche di routine.

[Esempio – Utilizzare periodicamente un budget è un’efficace regola che porta a spendere con cura il denaro sotto forma di acquisti intelligenti e a programmare il risparmio per contrastare la nostra naturale tendenza a spendere. L’uso del budget può accrescere inoltre la sicurezza finanziaria data da una percezione di maggiore controllo, anche nel caso in cui non si riesca a rispettare quanto preventivato, avendo la possibilità di identificare eventuali aree critiche di intervento].

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Autore

Nicola Zanella

Nicola Zanella

Competenze:
È un economista finanziario italiano e vive e lavora a Lugano (Svizzera). Si occupa dello studio della finanza personale, in particolare delle decisioni nell’area degli investimenti. I suoi interessi di ricerca sono la Teoria dei mercati efficienti, la pianificazione della finanza personale, la stima del premio per il rischio azionario, le obbligazioni indicizzate all'inflazione, l'effetto della diversificazione temporale e la finanza comportamentale. In campo assicurativo, ha sviluppato per il mercato italiano l'Approccio del capitale umano, metodo alternativo a quello di Analisi dei bisogni per proporre polizze di puro rischio e calcolare i relativi massimali.

Esperienza:
Nel 2007 ha fondato il primo sito italiano ed europeo dedicato alla ricerca e allo studio degli strumenti finanziari indicizzati all'inflazione. Nel gennaio di quell'anno ha scritto il paper più letto in Italia riguardante questa tipologia di investimenti. Nel 2009 ha aggiornato, insieme all'autore, la terza edizione del libro Capire la Borsa edito da Il Sole 24Ore. Nel 2010 ha pubblicato il suo primo libro come autore, Investire bene i propri risparmi, edito da Giunti Editore in collaborazione con Il Sole 24Ore. Nei successivi anni è stato Responsabile Area Studi e Ricerche di una società di formazione in ambito finanziario. Ha sviluppato modelli di wealth management e svolto formazione in aula a circa 5.500 consulenti agli investimenti e assicurativi. È tra i pochi economisti italiani ad aver pubblicato più articoli (quattro) nella rivista scientifica statunitense The Journal of Wealth management, l'unica a livello internazionale dedicata al wealth management degli high-net-worth individuals (HNWI), cioè dei privati con patrimoni consistenti. A partire dal 1998, diversi Premi Nobel dell’economia hanno scritto per la medesima rivista, ad esempio Harry Markowitz (ideatore della frontiera efficiente) e Paul Samuelson (il più influente economista del Novecento).

Competenze:
É laureato alla Facoltà di Economia e Commercio di Bologna.

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