L’avanzata dei SUV nelle preferenze dei consumatori europei che acquistano auto è un freno alla lotta contro i cambiamenti climatici. Ad affermarlo è l’ultimo rapporto redatto da International Energy Agency (IEA) World Energy Outlook 2019 da cui emerge che la diffusione delle macchine di grandi dimensioni e peso aumenta il consumo di combustibili fossili e, quindi, di emissioni di CO2 minando il processo di decarbonizzazione mondiale. Tanto che, i vantaggi che derivano da una diffusione crescente a livello globale delle auto elettriche potrebbero essere una goccia nel mare della lotta all’inquinamento. Eppure, le nuove forme di mobilità sostenibili e tecnologiche stanno muovendo il mercato automotive dove il must adesso sono le fusioni tra colossi di cui Fiat Chrysler-Peugeot, che insieme puntano a creare un gruppo da quasi 180 miliardi di euro di fatturato, è l’ultimo esempio.
La ragione è tutta economica prima che ambientale. A spiegarlo è Global Automotive Outlook 2019 di Alix Partners dove senza mezzi termini si parla di “deserto dei profitti” per tutte le case automobilistiche sia a causa di un rallentamento delle vendite nel segmento tradizionale, sia a causa dei grandi investimenti necessari la mobilità elettrica e robotizzata. Secondo il report, da qui al 2023 gli utili lordi dei grandi costruttori automotive potrebbero ridursi di 60 miliardi di dollari, mentre nello stesso periodo serviranno almeno 225 miliardi di dollari di investimenti solo per le auto elettriche. Anche per questo trovare alleanze tra aziende del settore auto è diventata una necessità.
Da una parte c’è la sfida dell’elettrico, dall’altra quella della tecnologia e, sempre più spesso, sono intrecciate. La stagione delle fusioni nel settore automotive sembra essere solo all’inizio ed è la seconda parte di un processo che è già in atto da anni: le collaborazioni industriali tra marchi. Da tempo la giapponese Toyota sta cercando di diventare un hub e un punto di riferimento per tutte le case automobilistiche del Paese, anche aprendo ad alleanze tecnologiche. Per ora Toyota non ha trovato grandi riscontri: Honda, infatti, vuole fare da sola e Suzuki, Mazda, Subaru e Daihatsu hanno deciso di collaborare tra loro, mentre Nissan-Mitsubishi fino a poco tempo fa erano legate a doppio filo a Renault. Tornando in Europa, le due tedesche Bmw e Mercedes hanno deciso di unire le forze nei servizi per la mobilità (Car2go e FreeNow) sull’elettrico e sulla guida autonoma. E Bmw per le auto robotizzate ha fatto un passo in più creando una piattaforma di condivisione di tecnologie a cui hanno aderito diverse case costruttrici concorrenti tra cui FCA e Continental e big della tecnologia come Intel. L’altra tedesca Volkswagen non è rimasta a guardare e si è alleata con gli americani di Ford nei veicoli commerciali (elettrico e guida autonoma).
IDEE DI INVESTIMENTO
Il settore della mobilità sostenibile verso cui tendono le aziende dell’automotive vale già oltre 200 miliardi di dollari, secondo un report di Ernst & Young, ma siamo solo all’inizio di un megatrend economico che è anche una opportunità di investimento di lungo termine per Pictet Asset Management. I mutamenti nell’organizzazione delle città e dei centri urbani hanno portato molti cittadini a preferire modalità alternative alla mobilità tradizionale, come car sharing e servizi in condivisione, tanto che nel 2030 più di una persona su tre si sposterà in questo modo. Secondo Ernst & Young gli investimenti nel settore dell’auto elettrica dovrebbe arrivare a 2.400 dollari nel 2025.
Per investire sulla trasformazione del mercato dell’auto puntando sull’ambiente ci sono fondi azionari globali specializzati (Categoria Morningstar: Azionari Settore Ecologia) che offrono opportunità di crescita di lungo termine.
La Top 5 dei fondi che in investono sull'ecologia
Prodotto | Rendimento YTD | Rendimento 3y |
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Pictet – Global Environmental Opportunities - R EUR | 36,05% | 11,73% |
Nordea 1 – Global Climate and Environment Fund Classe E Eur (acc) | 35,04% | 12,61% |
Vontobel Clean Technology Classe B | 33,94% | 9,31% |
BNP Paribas Funds Climate Impact I Capitalisation | 33,73% | --- |
Jupiter Global Fund - Jupiter Global Ecology Growth Class D EUR A Inc Dist | 31,29% | 7,86% |
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Note
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