Attesa per oltre un anno, la lenta e graduale ripresa dei prezzi al consumo non è arrivata e il 2019 si è aperto con un segnale del tutto contrario riportando le attese degli analisti sui livelli di inflazione – che è rimasta intorno all’1% per tutto il 2018 – al di sotto delle previsioni dello scorso anno. Cosa sta accadendo? Secondo l’analisi di Luca Rescigno, Research Analyst di Marzotto Investment House, in Europa ci sono due fattori determinanti che frenano la crescita dell’inflazione anche per il 2019:
- l’incertezza politica in Europa legata sia alle imminenti elezioni sia alla difficile risoluzione di Brexit pone un freno alla crescita dei salari europei che potrebbero dare una spinta ai consumi;
- la discesa del prezzo del petrolio che è ormai stabilmente intorno a un range tra 42 e 50 dollari ben lontano dalle previsioni di 75-80 dollari degli analisti ha inciso sui prezzi al consumo dell’energia.
L’Europa è un tassello emblematico del quadro macroeconomico globale che evidenzia un peggioramento e l’ipotesi dell’inizio di un periodo di “stagnazione secolare”, ovvero una fase di crescita ridotta e bassa inflazione secondo quanto emerge dal sondaggio mensile degli analisti condotto da Bank of America Merrill Lynch. Su queste basi i grandi gestori stanno calibrando le scelte di portafoglio cercando di cogliere le opportunità che offre il mercato. In particolare, il rallentamento è evidente in Europa ma anche in Cina e per questo il 60% dei gestori che hanno risposto al sondaggio di Bank of America Merrill Lynch si aspetta una frenata dell’economia e utili societari peggiori nei prossimi 12 mesi.
IDEE DI INVESTIMENTO
La discesa delle aspettative sull’inflazione apre un’opportunità di investimento nel segmento delle obbligazioni inflation linked che hanno avuto nell’ultimo periodo una performance negativa del 2,50% in media. Secondo l’analisi di Marzotto Investment House, con un’ottica di diversificazione, la forte sottoperformance di questi bond potrebbe rappresentare un buon punto di entrata qualora non ci si attenda un anno al di sotto delle aspettative. Inoltre, nonostante l’outlook resti sfidante per il prossimo anno, ci sono diversi fattori che potrebbero giocare a favore dei titoli inflation-linked.
Secondo l’analisi di Chris Iggo, CIO Fixed Income di Axa Investment managers, le obbligazioni inflation-linked devono avere un posto in un portafoglio multi-asset o multi-strategia per due ragioni:
- possono sovraperformare i titoli di Stato tradizionali in caso di rialzo dell’inflazione,
- consentono di diversificare il rischio, perché hanno una correlazione negativa rispetto ad azioni e obbligazioni high yield e mercati emergenti.
Per diversificare una parte del portafoglio obbligazionario sui bond inflation linked, ci sono fondi obbligazionari specializzati (Categoria Morningstar: Obbligazionari Inflation Linked – EUR)
I fondi obbligazionari agganciati all'inflazione
Prodotto | Rendimento 1y | Rendimento 3y |
---|---|---|
Lo Funds Euro Inflation-Linked Fundamental Classe R Eur (Acc) | -1,59% | 0,55% |
New Millennium Inflation Linked Bond Europe Classe A | -1,61% | 0,17% |
Anima inflazione F | -1,70% | --- |
Raiffeisen Inflation Linked | -1,95% | 0,41% |
KBC Bonds Inflation-Linked Bonds Acc | -2,05 | 0,80% |
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Note
Le informazioni contenute in questo articolo sono esclusivamente a fini educativi e informativi. Non hanno l’obiettivo, né possono essere considerate un invito o incentivo a comprare o vendere un titolo o uno strumento finanziario. Non possono, inoltre, essere viste come una comunicazione che ha lo scopo di persuadere o incitare il lettore a comprare o vendere i titoli citati. I commenti forniti sono l’opinione dell’autore e non devono essere considerati delle raccomandazioni personalizzate. Le informazioni contenute nell’articolo non devono essere utilizzate come la sola fonte per prendere decisioni di investimento.
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